Stelle cadenti 2018, ecco la notte di San Lorenzo. "Guardate il cielo verso Nord Est"

La mappa dei punti di osservazione dall'Emilia Romagna alle Marche

Le stelle cadenti

Le stelle cadenti

Bologna, 9 agosto 2018 - Dieci agosto, la notte di San Lorenzo, quella magica delle stelle cadenti e quindi dei desideri da esprimere a occhi chiusi. Che la cosa funzioni davvero o no, come ogni anno sono comunque centinaia le iniziative e gli appuntamenti organizzati un po’ dappertutto per domani sera, quando migliaia di persone si daranno appuntamento in spiaggia, in collina, persino in montagna per assistere allo spettacolo delle Perseidi.

Che quest’anno si dovrebbero vedere ancora meglio, dato che quelle tra il 10 e il 15 agosto saranno notti senza luce lunare. Lo spettacolo della pioggia di stelle è tradizionalmente associato al giorno di San Lorenzo, il 10 agosto, di cui si pensava che le stelle cadenti rappresentassero le lacrime.

Museo della Scienza  di San Martino di Saltara (Pesaro Urbino)
Museo della Scienza di San Martino di Saltara (Pesaro Urbino)

Oggi il picco di visibilità del fenomeno si è spostato più avanti, tra il 12 e 13 agosto, con una previsione di circa 100, 120 meteore l’ora. Quelle che si vedono cadere ogni anno sono uno sciame di detriti originato dalla cometa periodica Swift-Tuttle – scoperta nel 1862 e il cui ultimo passaggio risale al 1992 mentre il prossimo è previsto per il 2126 – e sono chiamate Perseidi, perché sembrano provenire da un punto del cielo al di sopra della costellazione di Perseo. È l’orbita della Terra a incrociare la nube dei detriti lasciati dalla cometa Swift-Tuttle e a mano a mano che vi si addentra aumenta l’intensità e la possibilità di vedere questi grani di polvere che penetrando a gran velocità nell’atmosfera, bruciano per attrito, tracciando nel cielo la loro caratteristica scia.

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Come ogni anno in questo periodo è indaffarato nell’organizzare un appuntamento ormai tradizionale quanto atteso. «Il bello è che siamo anche parecchi soci, circa 140, ma in pieno agosto è sempre un po’ più problematico mettere tutto a punto. Anche i soci, tutti volontari, hanno diritto a farsi le loro ferie» racconta Pierluigi Punzo, presidente dell’Associazione astrofili bolognesi

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Nonostante tutto, sui colli bolognesi i preparativi fervono. 

«A Monte Pastore da molti anni affianchiamo l’appuntamento turistico Calici di stelle, dove alcuni nostri soci sono presenti con laser e una serie di telescopi e per spiegare il fenomeno delle Perseidi. Quest’anno però collaboriamo anche all’evento che anticipa la Notte dei Ricercatori con l’Inaf, l’istituto di astrofisica. Poi, certo, chi vuole può salire anche all’osservatorio di Monte San Pietro, ma non nella giornata del 10 agosto, meglio in quelle dopo»

Per via delle migliori condizioni?

«Perché è nei giorni seguenti che si avrà il picco, sperando che le condizioni meteo aiutino»

Anche perché non servono strumenti particolari per vederle.

«No infatti, le Perseidi si ammirano tranquillamente anche a occhio nudo, non servono telescopi o altro. A patto di essere abbastanza lontani dalle zone troppo illuminate. Basta già essere fuori città, in una zona abbastanza buia, e puntare lo sguardo verso est o nordest, perché è là che c’è la costellazione di Perseo ed è da là che arrivano».

Altre indicazioni? 

«Una che sembrerebbe non c’entrare nulla e banale, e invece è forse quella più importante che molti dimenticano: copritevi sempre bene, portatevi dietro una giacca a vento e magari anche una felpa. Non perché in città si muore di caldo, in collina, verso le dieci o le undici di sera, farà lo stesso tempo solo perché è estate. È un aspetto sottovalutato da molti che rischiano di rovinarsi la serata per il troppo freddo».

Meglio in piedi o sdraiati?

«Un plaid o una sedia a sdraio vanno benissimo. Specie per chi vuole godersi la serata fino a farla diventare nottata».

Quanta gente vi aspettate? 

«Almeno quattrocento persone tra curiosi e appassionati»

Una curiosità che non sappiamo?

«Che la notte di San Lorenzo è la più famosa, ma di stelle cadenti ce ne sono tutto l’anno, è un fenomeno continuo. Solo che d’inverno è molto più difficile vederle».

 

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