Stop ai mercati all’aperto. Ferma la Piazzola

Salvi i rionali. Il Comune: applicata l’ordinanza di Bonaccini al via da domani. Concessionarie auto chiuse nel weekend, è polemica

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di Rosalba Carbutti

L’ordinanza firmata da Stefano Bonaccini non è ancora entrata in vigore e c’è già chi s’infuria.

Nel mirino lo stop ai mercati all’aperto per tutti i giorni della settimana e l’obbligo di chiusura dei negozi di media e grandi dimensioni (con volumi oltre i 250 metri quadri) nel weekend.

L’effetto del nuovo provvedimento – che scatterà da domani e durerà fino al 3 dicembre – sono alcune chiusure pesanti: in primis la Piazzola (oggi, però, sarà regolarmente aperta, visto che le restrizioni partono domani), ma anche i mercati contadini (come il Mercato Ritrovato in via Azzo Gardino), quelli alimentari e non all’aperto come quello dell’antiquariato di piazza Santo Stefano. In pratica, sarebbero graziati soltanto i mercatini rionali. Una decisione presa dopo la riunione del comitato d’ordine pubblico, dove il sindaco ha deciso di applicare l’ordinanza di Bonaccini, rinunciando – vista la situazione sanitaria – a un piano ad hoc per tenere tali attività aperte.

La precisazione arriva in serata dal Comune che spiega in una nota che "verrà sospesa l’attività di commercio al dettaglio nell’ambito dei mercati all’aperto, compresi i mercati contadini". Ma, come detto, c’è un’altra postilla dell’ordinanza anti-assembramenti che fa infuriare Ascom. Digerite le norme anti Spritz (vietato bere in giro e obbligo di consumazione al tavolo dalle 15 alle 18) e quelle che bandiscono l’attività sportiva in centro, la scure sul commercio fa discutere. Non tanto lo stop la domenica di tutti i negozi (salvo farmacie, parafarmacie, alimentari, edicole, bar e ristoranti secondo le ultime norme del Dpcm), di centri e parchi commerciali nel weekend e nei festivi già prevista, ma la norma che vieta di restare aperti alle attività di oltre i 250 metri quadri. Il risultato, infatti, porterebbe sì a chiudere (dopo le polemiche dello scorso weekend) gli store tipo Ikea, tanto per capirci, ma dovranno abbassare le serrande anche concessionarie auto e negozi di ampio volume non all’interno di complessi commerciali (come le grandi catene di abbigliamento in via Indipendenza).

Da qui, Ascom va all’attacco. E chiede un’immediata modifica dell’ordinanza (in effetti, il tempo ci sarebbe visto che entra in vigore domani, ndr).

"La decisione di chiuderli nei giorni festivi e prefestivi rappresenta un’ulteriore vessazione ingiustificata. Le medie e grandi strutture di vendita non sono luoghi di assembramento e contagio". Sullo stesso tenore, il disappunto delle concessionarie auto. "Pur comprendendo la situazione di emergenza sanitaria, non condividiamo tale decisione che non tiene conto del grande lavoro svolto per la messa in sicurezza e per il rispetto scrupoloso delle disposizioni già dalla riapertura di maggio ed ora rafforzati da ulteriori misure come gli ingressi contingentati in spazi che sono molto ampi", spiega Pietro Maresca, presidente della Federazione Concessionarie di Confcommercio Ascom Bologna. Altro punto sottolineato dai concessionari auto, è il ruolo svolto per quanto riguarda l’assistenza e la riparazione delle auto e dei veicoli in uso anche per servizi di pubblica utilità.

Resistono (come previsto) i Tdays, in quanto riguardano un’ordinanza di mobilità del Comune che non viene modificata da un provvedimento regionale. E, allo stesso tempo, fonti di Palazzo d’Accursio confermano che non ci saranno ripercussioni sulla pedonalizzazione della ’T’ in seguito all’ordinanza (in vigore da ieri) del sindaco Virginio Merola che vieta manifestazioni, eventi e iniziative in vie e piazze del centro. Ma su quest’ultimo punto la giornata di domani sarà calda. Se le Sardine hanno deciso di annullare la loro festa-evento, i collettivi hanno già fatto sapere che non "rinunceranno a scendere in piazza, nonostante i divieti".

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