Stop in Regione all’allargamento del Parco

È giunta in Commissione ed è stata bocciata la proposta di un privato cittadino per includere Alto Reno Terme nell’area protetta

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Una singolare petizione è stata bocciata dalla commissione Territorio, ambiente e mobilità dell’assemblea legislativa della regione Emilia Romagna. La richiesta promossa un privato cittadino, il signor Igor Boni, prevedeva l’inserimento del comune di Alto Reno Terme nel Parco regionale del Corno alle Scale.

Le motivazioni erano per lo più di ordine naturalistico, poiché questi territori sono dei veri e propri corridoi ecologici utilizzati da molte specie protette, a cui solo l’allargamento del parco avrebbe garantito secondo il documento la sopravvivenza. La petizione è stata comunque ammessa alla discussione perché lo statuto dell’Assemblea regionale contempla il fatto che qualsiasi cittadino italiano, anche non residente in Emilia Romagna, possa interpellare gli uffici di via Alto Moro attraverso una petizione, ma poi i componenti della commissione l’hanno cassata.

"La richiesta di includere il Comune di Alto Reno Terme nell’area del Parco regionale del Corno alle Scale – spiega il consigliere regionale Igor Taruffi di Emilia Romagna Coraggiosa – non è stata formulata dall’Amministrazione comunale interessata né sul punto si è espresso l’ente Parco, come invece prevede la legge regionale. In Commissione ci siamo invece trovati di fronte a una richiesta avanzata da un singolo privato cittadino a cui era doveroso rispondere, ma ovviamente richiamando i termini di legge. D’altra parte pare evidente che passaggi simili, eventualmente, non possono certo essere frutto dell’estemporanea iniziativa di un singolo quanto di una discussione e di un confronto pubblico che non c’è stato e che non può prescindere dalla volontà dall’Amministrazione comunale interessata. Era quindi evidente che la richiesta così avanzata fosse destinata ad essere respinta".

In effetti, la stessa Barbara Lori, assessora regionale alla forestazione e ai parchi, nella sua relazione che ha accompagnato la discussione ha sottolineato la singolarità della richiesta, che non arrivava né dal Comune interessato né dall’ente Parco e che, al momento, non era neppure sostenuta da una seria valutazione naturalistica, ma che elencava solo una serie di principi naturalistici e che per questo motivo non c’erano le condizioni per modificare la legge che ha istituito il Parco del Corno alle Scale.

Il centrodestra è stato molto critico anche su come si è sviluppata la discussione. "Senza entrare per ora nel merito – spiega Marta Evangelisti, responsabile montagna area metropolitana per Fratelli d’Italia – esprimo vero sconcerto sul metodo adottato dalla Regione per dibattere un tema così importante, che fu divisivo e dirompente per i territori interessati, bypassando tutto e tutti. Se è vero infatti che chiunque può rivolgere petizioni all’Assemblea legislativa, per esporre comuni necessità e per chiedere l’adozione di provvedimenti su materie di competenza regionale, è altrettanto vero che la Regione ci dovrebbe spiegare come un singolo cittadino, peraltro non residente, possa in solitaria e senza confronto alcuno con i rappresentanti locali delle istituzioni impegnare la discussione regionale. Aggiungo che sulla chiusura del punto nascite all’Ospedale di Porretta, o sulla questione più recente dei medici di famiglia, alle richieste dei cittadini è stata data una attenzione inferiore".

Massimo Selleri

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