Strada Maggiore, tornano i ladri. Raid all’edicola: "Ora siamo stanchi"

E' la seconda volta in 24 mesi. Il titolare: "Il cantiere del Crealis ha aggravato la situazione"

L'edicola di Strada Maggiore finita nel mirino dei ladri (foto Schicchi)

L'edicola di Strada Maggiore finita nel mirino dei ladri (foto Schicchi)

Bologna, 30 luglio 2014 - «Adesso basta! Siamo esasperati. Il cantiere per il Crealis ha aggravato la situazione, ma il problema c’era anche prima. Adesso vado in Comune, racconto caso per caso cos’è successo in questa zona negli ultimi tempi, ma non voglio sentirmi dire che al termine dei lavori vivremo finalmente felici e contenti perché qui, da due anni, non si vive. Anzi: si vive in un clima di paura e di tensione». E’ una furia, Eric Babini, titolare dell’edicola di Strada Maggiore, sotto le Due Torri. All’alba non ha potuto tirar su la serranda perché qualcuno, nel buio, l’aveva già fatto. «Hanno tagliato una striscia metallica e sono entrati dalla ‘bocca’ dalla quale vendo i giornali. Un danno serio per un colpo da pochi spiccioli, anche perché ormai nessuno, in zona, lascia soldi durante la chiusura. E’ la seconda volta in 24 mesi e temo che non sarà l’ultima».

Mattinata nuvolosa, aria umida, scarso traffico e tanta rabbia. I turisti indugiano a naso in su all’angolo tra via Rizzoli e via Castiglione, studiano le guide, sorridono e scattano foto alle Due Torri, ma poco più in là, sotto i portici di Strada Maggiore, il clima è diverso e avanzano insieme facce serie e parole dure. «Il pericolo non arriva solo quando scende il buio. Un’ora vale l’altra. Un esempio? Quant’è successo a un orefice, massacrato di botte, alle 18. Un inquilino, invece, è stato aggredito nell’androne del palazzo dove abita. Per portargli via il portafoglio lo hanno seppellito di minacce, di schiaffi e di calci. E’ venuto a salutarmi che aveva ancora i lividi. Cambiava casa perché vivere qui è troppo pericoloso e mi ha chiesto di tenergli le riviste di una collezione», si sfoga Babini davanti a una piccola distesa di quotidiani e di periodici ordinatamente sistemati sul pavimento sotto il portico mentre il ‘serrandaio’ rammenda la saracinesca.

Una voce carica di rabbia, la sua, e di certo neppure l’unica. Da un negozio all’altro, lungo la strada, si allunga un coro dai toni alti e dai resoconti drammatici: furti, rapine, aggressioni, minacce, borseggi, con tanti replay. C’è chi li ha subìti, chi ha raccolto gli sfoghi delle vittime e chi ha saputo dal vicino o dai clienti. Ma tutti concordano sul fatto che il cantiere ha soltanto aggravato il problema.

«Stavolta i ladri si sono limitati a danneggiare la serranda e a portar via quel che c’era in cassa, una miseria. Due anni fa, invece, fecero una vera, minuziosa perquisizione. Furono costretti a fuggire, ma uno venne catturato. Adesso la storia si ripete, ultimo episodio di una catena di soprusi in tutta la strada. E allora ho deciso di alzare la voce: vado in Comune e mi sfogo, anche a nome degli altri negozianti, ma le parole di conforto non mi bastano più», ribadisce Babini, davanti a tanti passanti che allargano le braccia e fanno sì con la testa.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro