Bologna, indagine bis sulla strage del 2 agosto. Mambro, Giusva e Carlos in aula

Le liste dei testimoni

Carlos "lo sciacallo" (foto d'archivio Ansa)

Carlos "lo sciacallo" (foto d'archivio Ansa)

Bologna, 13 marzo 2018 - C'è un tassello che manca. E quel tassello, per la difesa di Gilberto Cavallini, lo può aiutare a ricostruire Ilich Ramirez Sanchez, più noto come ‘Carlos lo Sciacallo’. Il suo nome comparirà, assieme ad altri venti, nella lista di testimoni stilata dagli avvocati Gabriele Bordoni, Mattia Finarelli e Alessandro Pellegrini, che difendono l’ex Nar accusato di concorso nella  strage del 2 agosto 1980 alla stazione, nel processo che si aprirà la prossima settimana. In aula, con tutta probabilità, torneranno, dopo vent’anni, anche Francesca Mambro, Giusva Fioravanti e Luigi Ciavardini, già condannati come esecutori mariali, citati sia dall’accusa e dalla parte civile che dalle difese. La loro sarà una testimonianza tesa a negare, come fatto in tutti questi anni, l’accusa di aver messo la bomba alla stazione. Cavallini è finito a processo perché quel giorno era assieme ai tre, in Veneto, e secondo l’accusa diede loro supporto logistico.

Per la difesa, però, la ‘pista nera’ è priva di fondamento e, in aula, tenterà di rilanciare la pista palestinese, archiviata nel 2015, per cui furono indagati Margot Frolich e Thomas Kram, tedeschi. Kram, quel 2 agosto 1980, era a Bologna. E da un locale nei pressi della stazione, intorno alle 10,30 di quella mattina, telefonò al terrorista venezuelano Carlos, per informarlo di quello che era appena successo. Il contenuto di quella telefonata e del successivo incontro a Budapest, qualche giorno dopo, tra i due e il resto del gruppo facente capo al venezuelano, per la difesa di Cavallini sono necessari per stabilire la verità sulla strage. Carlos lo Sciacallo, detenuto nel carcere di Poissy, a Parigi, era stato già sentito dal pm Enrico Cieri, proprio nell’ambito dell’inchiesta bis. In quella circostranza l’ex terrorista rese delle dichiarazioni, ma chiese di poter parlare anche davanti a una commissione d’inchiesta in Italia. Una richiesta rimasta finora inascoltata.

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La procura generale ha riaperto l'inchiesta sui mandanti

Per quanto riguarda la parte civile, con i famigliari delle vittime rappresentati dall’avvocato Andrea Speranzoni, la lista potrebbe comprendere invece i veneti di Ordine Nuovo, chiamati a parlare sui contatti con Cavallini. Infine, sulla lista del pool dell’accusa, con i pm Antonello Gustapane, Antonella Scandellari, Enrico Cieri e il procuratore Giuseppe Amato, compariranno anche Flavia Sbrojavacca, compagna di Cavallini, Elena Venditti, che fu fidanzata di Ciavardini, e Cecilia Loreti, oltre ai periti che fecero le analisi sull’esplosivo. I pm chiedono di acquisire le testimonianze di persone che nel frattempo sono morte, sulla cui ammissibilità si discuterà.

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