Strage del 2 agosto, Mambro e Fioravanti condannati a risarcire 2,1 miliardi di euro

Gli ex Nar erano già stati giudicati colpevoli a livello penale come esecutori materiali. "Risponderemo col deposito dell'atto di appello" (FOTO)

Strage del 2 agosto

Strage del 2 agosto

Bologna, 19 novembre 2014 - Valerio Giuseppe Fioravanti e Francesca Mambro, ex Nar condannati definitivamente per la strage della stazione di Bologna del 2 agosto 1980 (FOTO), sono stati condannati dal tribunale civile a risarcire danni per 2 miliardi, 134 milioni e 273mila euro alla Presidenza del Consiglio e al ministero dell’Interno. 

Si tratta della causa che doveva quantificare e liquidare il danno già accertato in forma generica dalle sentenze penali che avevano condannato i due all'ergastolo. Il tribunale ha respinto l'eccezione di prescrizione sollevata dalla difesa di Mambro e Fioravanti e ha dichiarato i due responsabili in solido dei danni subiti dalle amministrazioni dello Stato a seguito del delitto commesso a Bologna.

Se è vero che, osserva il giudice Francesca Neri, come affermano Mambro e Fioravanti, negli anni immediatamente precedenti si erano già verificati numerosi e gravi «atti sanguinosi», «è vero però che l'esplosione dell'ordigno del 2 agosto 1980 alla stazione ferroviaria di Bologna provocava da sola la morte di 85 persone e il ferimento di altre 200; la gravità di quel fatto, in sé e per sé considerato, per l'entità delle conseguenze lesive a persone e cose, per lo sgomento e il senso di insicurezza che provocava nell'opinione pubblica, dovuto anche alla circostanza che si trattasse di un attentato a una via di comunicazione, tale da colpire in modo imprevedibile e indiscriminato, è di livello senza pari nella storia dell'Italia, ed è secondo in ambito europeo solo agli attentati di Madrid dell'11 marzo 2004».

Si può quindi affermare che il fatto commesso «abbia leso con gravità estrema una molteplicità di beni, di cui è titolare lo Stato italiano, e che sono di rango fondamentale». Inoltre, quanto alla personalità e integrità dello Stato e alla incolumità pubblica, il giudice osserva che «oltre ad aver provocato conseguenze oggettivamente devastanti su persone e cose, e ad aver provocato nella popolazione un diffuso senso di insicurezza per la propria incolumità, aveva altresì il fine dichiarato di sovvertire completamente le istituzioni democratiche dello Stato».

L'Italia, in seguito all'attentato, «appare agli occhi dei propri abitanti come incapace di proteggere la propria incolumità, nello svolgersi della loro vita quotidiana, in quanto vittima di individui e organizzazioni capaci di colpire dovunque e senza alcun preavviso». Da parte delle altre nazioni «viene vista come uno Stato in lutto, vulnerabile rispetto all'azione di gruppi estremisti, incapace di difendersi da quelli che sono dei veri e propri nemici interni». Il fatto che il danno sia permanente è testimoniato, per il giudice, «dalle dichiarazioni pronunciate dalle più alte cariche dello Stato in occasione di ogni anniversario dell'evento».

«Non abbiamo commenti da fare. Il nostro pensiero si conoscerà al momento del deposito dell'atto di appello». Lo dicono i legali di Francesca Mambro e Giuseppe Valerio Fioravanti, gli avvocati Jacopo Mannini, Alessandra Tucci e Cinthia Bianconi.

 

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