Strage di Bologna e processo sui mandanti. Ultime notizie

Quattro gli indagati nella nuova inchiesta: Paolo Bellini (presente in aula), Quintino Spella, Piergiorgio Segatel e Domenico Catracchia. Il presidente dell'associazione dei parenti delle vittime del 2 agosto, Paolo Bolognesi: "Momento storico". La vicepresidente della Regione Elly Schlein: "Un passo significativo verso la verità"

Strage 2 agosto, Paolo Bellini (al centro) in aula dopo 40 anni (Foto Schicchi)

Strage 2 agosto, Paolo Bellini (al centro) in aula dopo 40 anni (Foto Schicchi)

Bologna, 27 novembre 2020 - "Un processo storico". Lo definisce così Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione dei parenti delle vittime del 2 agosto 1980. Ha preso il via infatti oggi l'udienza preliminare per i quattro indagati nella nuova inchiesta sulla strage alla stazione, che causò  85 morti e oltre 200 feriti, per i quali la Procura generale di Bologna ha chiesto il rinvio a giudizio il 19 maggio scorso.

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Si tratta di Paolo Bellini, ex di Avanguardia nazionale, (oggi in aula per la prima volta dopo 40 anni) considerato un informatore dei servizi segreti e ritenuto dalla procura esecutore materiale dell'attentato, dell'ex generale del Sisde, Quintino Spella, e dell'ex carabiniere Piergiorgio Segatel (anche lui in aula), ai quali viene contestato il depistaggio, e di Domenico Catracchia, amministratore dello stabile di via Gradoli 96 dove abitarono durante il sequestro Moro i leader delle Brigate Rosse Mario Moretti e Barbara Balzerani e dove, nel 1981, avrebbero trovato rifugio alcuni appartenenti ai Nar, che è invece accusato di false informazioni al pm al fine di sviare le indagini in corso.

Paolo Bolognesi: "Processo storico"

"Processo storico, perché molto probabilmente porterà  alla verità completa sulla strage di Bologna. - dice Bolognesi- . È un fatto importante non solo per i familiari delle vittime, ma per tutti i cittadini italiani". 

Il focus Bologna, strage del 2 agosto 1980. Chi sono le vittime

Il gup è Alberto Gamberini, mentre la pubblica accusa è rappresentata dall'avvocato generale Alberto Candi e dai sostituti Umberto Palma e Nicola Proto, tutti magistrati della Procura generale che ha avocato a sé l'indagine.

Elly Schlein: "Un passo significativo verso la verità"

un'emozione essere a fianco dell'associazione dei familiari delle vittime - ha detto Schlein prima di entrare - alla cui tenacia dobbiamo il fatto di essere qui oggi sperando che sia un passo significativo verso la verità che aspettiamo da 40 anni".

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Federica Mazzoni: "Finalmente luce sui mandanti"

Sulla stessa linea la consigliera comunale di Bologna Federica Mazzoni, che indossa la fascia tricolore: "È un momento storico, perché oggi si apre - dice Mazzoni - il processo in cui finalmente avremo luce sui mandanti e soprattutto sulle relazioni e il contesto, che hanno voluto, organizzato e finanziato la strage alla nostra stazione ben 40 anni fa. Bologna e il Comune di Bologna non praticano solo in maniera astratta i principi antifascisti, costituzionali e democratici. È questo il senso - evidenzia la consigliera comunale - della nostra costituzione di parte civile, della nostra vicinanza all'associazione dei familiari e agli avvocati di parte civile, della piena fiducia nella magistratura".

Le rivelazioni negli atti della Procura Generale

Francesco Mangiameli, ucciso il 9 settembre 1980 "pagò con la vita la dissociazione dal progetto della strage della stazione di Bologna, al quale, aderirono, invece, esponenti dei Nar e Terza Posizione", formazione di cui faceva parte lo stesso Mangiameli che divenne, per questo motivo, "un antagonista interno da piegare ad ogni costo (eventualmente anche con il denaro)" o "un testimone pericoloso ed inaffidabile da eliminare".

È quanto emerge dagli atti della Procura generale di Bologna che ha coordinato il nuovo filone di indagini sul 2 agosto 1980. Inoltre, "nella tragica sequenza dei fatti" che determinarono l'omicidio Mangiameli, referente in Sicilia di Tp, "si coglie anche la sinistra mano dei servizi deviati dell'epoca, retti da esponenti della loggia massonica P2". Mangiameli venne ucciso da un comando dei Nar.

Udienza rinviata a gennaio

Parti civili tutte ammesse oggi in Tribunale a Bologna. Terminata la camera di consiglio del gup Alberto Gamberini poco dopo le 15.30, dopo l'avvio dell'udienza questa mattina, sono stati ammessi infatti la Regione Emilia-Romagna, il Comune di Bologna e l'avvocatura generale dello Stato, oltre ai profili a cura degli avvocati dell'associazione dei familiari delle vittime della strage. Non si sono costituite, invece, le Ferrovie dello Stato.

In questo quadro, slitta il calendario delle prossime udienze, inizialmente fissate a venerdì 4 dicembre e a venerdì 11 dicembre: ci si ritroverà in aula, infatti, solo nei tre lunedì di gennaio dopo le feste, quindi l'11, il 18 e il 25 gennaio. Sarà l'occasione di poter discutere le eccezioni delle difese, a parte quella di Bellini, non ancora formalizzate (gli imputati per depistaggio, in particolare, riterrebbero che il processo un domani dovrebbe celebrarsi nelle sedi dove si sono consumati i fatti a loro contestati, quindi non Bologna). In ogni caso né Bellini né Segatel, che a quanto si apprende dall'udienza a porte chiuse era a sua volta presente, sono intervenuti oggi in aula.

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