Strage di Bologna, ai Nar un milione di dollari da Gelli o dai suoi emissari

Nuovi particolari dall'inchiesta della Procura generale di Bologna sui mandanti dell'attentato del 2 agosto 1980. Commemorazioni, dopo Mattarella arriva in città la Casellati

2 agosto 1980, la strage alla stazione di Bologna

2 agosto 1980, la strage alla stazione di Bologna

Bologna, 23 lug. -  Un milione di dollari in contanti, sarebbero la quota consegnata pochi giorni prima della strage del 2 agosto 1980 ad alcuni dei Nar già condannati in via definitiva per l'attentato alla stazione di Bologna. Soldi che arrivavano dai conti svizzeri di Licio Gelli e che facevano parte di una fetta più ampia di cinque milioni di dollari - o forse anche maggiore - che a più riprese sarebbero transitati da febbraio '79 e fino al periodo successivo alla strage anche agli organizzatori e ai depistatori.

È un particolare che emerge dall'inchiesta della Procura generale di Bologna sui mandanti dell'attentato e che poco tempo fa ha visto la richiesta di rinvio a giudizio per per Paolo Bellini, ex di Avanguardia Nazionale, accusato di concorso nella strage del 2 agosto 1980.

L'inchiesta si è concentrata soprattutto sulle 'menti' dietro la bomba, individuando in Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D'Amato e Mario Tedeschi, tutti già deceduti, come mandanti, finanziatori o organizzatori dell'attentato.

A quanto si apprende, infatti, gli inquirenti hanno scoperto che nei giorni immediatamente precedenti la strage Licio Gelli, un suo factotum e alcuni degli esecutori si trovavano nella stessa località. Gelli, o un suo emissario secondo i magistrati, avrebbero consegnato il milione di dollari in contanti agli attentatori.

Un'altra parte di quei cinque milioni, circa 850mila dollari, finì invece a D'Amato, ex capo dell'Ufficio Affari riservati del ministero dell'Interno, che secondo l'ipotesi investigativa teneva i contatti con la destra eversiva tramite Stefano Delle Chiaie, capo di Avanguardia nazionale.

E ancora un'altra fetta di quel denaro sarebbe servita invece a finanziare il depistaggio a mezzo stampa.

In particolare, la Procura generale ritiene che una somma andò a Mario Tedeschi, ex senatore del Msi iscritto alla P2 e direttore del settimanale 'Il Borghesè, perché portasse avanti una campagna sul suo giornale avallando l'ipotesi della 'pista internazionale' dietro la strage. 

Commemorazioni, dopo Mattarella arriva la Casellati

Il 30 luglio il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sarà a Bologna per celebrare il 40esimo anniversario della strage di Ustica e della strage alla stazione ferroviaria. Poi, pochi giorni dopo, il 2 agosto, in rappresentanza delle massime istituzioni dello Stato si attende l'arrivo in città della presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati.

Lo riferisce all'agenzia 'Dire' il presidente dell'Associazione dei familiari delle vittime del 2 agosto, Paolo Bolognesi, a margine della presentazione di un nuovo documentario dedicato alla strage: "Il 2 viene Casellati in piazza Maggiore, se viene qualcuno del Governo non lo so".

Sempre in riferimento al programma del 40esimo, stravolto rispetto al passato per tenere conto delle limitazioni imposte dall'emergenza Covid, Bolognesi riferisce che di fatto è sfumata l'ipotesi di 'salvare' il tradizionale minuto di silenzio delle 10,25 davanti alla stazione: "Penso di no", spiega il presidente, anche il minuto di silenzio "si farà quasi sicuramente in piazza Maggiore".

Poi, finite le commemorazioni previste tra il cortile del Comune e la piazza, "ci sarà un autobus che porterà i familiari in stazione per depositare le corone", aggiunge Bolognesi. 

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