Strage, l’Associazione parte civile contro Ciavardini

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L’Associazione dei parenti delle vittime della strage del 2 agosto 1980 sarà parte civile nel processo per falsa testimonianza nei confronti di Luigi Ciavardini (foto), Stefano Sparti e Vincenzo Vinciguerra. L’annuncio arriva dal presidente Paolo Bolognesi: "Ci aspettiamo – spiega – pene esemplari, soprattutto per Sparti reo di palesi falsità dette a processo. Accanto a noi ci saranno anche Comune, Regione e Presidenza del Consiglio dei ministri". Ieri una falsa partenza davanti al giudice Gilda Del Borrello costretta a rinviare la prima udienza al 14 novembre per un legittimo impedimento dell’avvocato Ettore Pieracciani (per Ciavardini) e per il nuovo legale di Sparti, Francesco Dalaiti che ha chiesto termini a difesa.

Il primo nome della lista degli imputati è quello dell’ex minorenne dei Nar Luigi Ciavardini. Già condannato quale esecutore materiale della strage (30 anni, definitivo), chiamato come teste nel processo a carico del ’collega’ Gilberto Cavallini (concorso in strage, ergastolo in primo grado), secondo l’accusa avrebbe nascosto l’identità degli amici del ’Nero’ che lo ospitarono a Villorba di Treviso tra luglio e agosto 1980. Inoltre, nelle udienze del 9 e 16 maggio 2018, Ciavardini "taceva l’identità del personale medico che lo aveva curato per la ferita riportata durante l’attentato".

Risponde di falso anche Stefano Sparti, figlio di Massimo – il grande accusatore di Valerio Fioravanti e Francesca Mambro –, al quale vengono contestati vari passaggi, tra mancanze e dimenticanze, della testimonianza resa il 12 dicembre 2018. "Tre giorni prima che il padre morisse – così l’accusa – andò a trovarlo in un ospedale del quale non sapeva nè dove fosse e come si chiamasse. E in quell’occasione, alla sua contestazione (del figlio al padre, ndr) del perché avesse testimoniato il falso sulla strage ("Fioravanti e Mambro erano alla stazione in abiti da turisti tedeschi"), il padre Massimo, che aveva dolori lancinanti, soffrendo le pene dell’inferno, gli aveva risposto che ’non potevo fare altrimenti e l’ho fatto per voi’".

Infine ecco Vinciguerra, l’ex killer dei carabinieri di Peteano, in carcere con l’ergastolo, ritenuto reticente perché non ha voluto fare i nomi delle persone da cui seppe di "un eventuale collegamento di Fioravanti e Cavallini tra il gruppo veneto di Fachini e i gruppi romani e di Tivoli di Signorelli e Calore". La prossima udienza verranno depositate anche le liste testi dove compaiono, tra gli altri, i nomi di Cristiano Fioravanti, fratello di Giusva, Maria Teresa Venanzi e Alessandro Sparti, rispettivamente mamma e fratello di Stefano.

n.b.

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