Strage, morto Stefano Sparti La tragedia del figlio del superteste

Lo hanno trovato senza vita sotto casa a Roma. Il padre Massimo fece condannare Mambro e Fioravanti

Strage, morto Stefano Sparti  La tragedia del figlio del superteste

Strage, morto Stefano Sparti La tragedia del figlio del superteste

di Nicola Bianchi

In tasca le chiavi di casa, addosso una vecchia tuta, il cuore non batteva già più. Cinquantatré anni, all’anagrafe Stefano Sparti da Roma. Lo ha trovato morto l’altro pomeriggio la polizia, precipitato probabilmente dal palazzo di 14 piani a Tor Bella Monaca, nel cortile della sua abitazione in largo Ferruccio Mengaroni. Un decesso sul quale si sta facendo chiarezza. Stefano era figlio di Massimo, il grande e contestatissimo accusatore di Giusva Fioravanti e Francesca Mambro per la strage alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980. E proprio a Bologna era attualmente imputato con Luigi Ciavardini (l’ex Nar condannato a 30 anni) e Vincenzo Vinciguerra, passato alle drammatiche cronache come il terrorista di Peteano.

Tutti e tre erano testi nel processo di Gilberto Cavallini (ergastolo in primo grado) le cui ’chiacchierate’ però erano state mandate dal giudice in Procura e da qui iscritti per falsa testimonianza. Il 28 febbraio Sparti sarebbe stato in aula per una nuova udienza. "Apprendo con estremo dolore la notizia – spiega il suo avvocato, Francesco Dalaiti – e reputo ogni ulteriore commento superfluo. È una tragedia".

"Mio padre – testimoniò il 53enne l’1 agosto 2020 – ha sempre mentito, l’ho sempre detto e lo ribadisco con fermezza. Mentiva, come hanno sempre detto mia madre, mia nonna e persino la tata". Lo stesso aggiunse che "papà, in punto di morte, mi disse che non poteva fare altrimenti". Sulla sua scomparsa un commento arriva anche da uno dei suoi storici avvocati, Alessandro Pellegrini: "Stefano ha avuto una vita disgraziata, essere figlio di un soggetto come Massimo, che portò alla condanna di Mambro e Fioravanti, è stato molto pesante. Un fardello devastante da sopportare. Quando poi venne denunciato per falso ne risentì molto. Mi diceva: ’non essere creduto è insopportabile’".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro