"Strage, processo nullo" La mossa della difesa Cavallini E scoppia la polemica

Nel mirino l’anzianità di quattro giudici popolari: alla sentenza avevano 65 anni. Decisione attesa il 18 maggio: la Cassazione domani deve decidere su un caso simile.

"Strage, processo nullo"  La mossa della difesa Cavallini  E scoppia la polemica

"Strage, processo nullo" La mossa della difesa Cavallini E scoppia la polemica

Tutto rinviato al 18 maggio, in attesa della decisione della Cassazione su un caso analogo. Lo ha stabilito la Corte d’assise d’appello per il processo a Gilberto Cavallini, l’ex Nar condannato all’ergastolo, a gennaio 2020, come esecutore della strage del 2 agosto. La sua difesa infatti, avvocati Alessandro Pellegrini e Gabriele Bordoni, ieri ha chiesto di annullare la sentenza di primo grado perché al processo avevano preso parte quattro giudici popolari (due titolari, due supplenti) di 65 anni, limite d’età previsto. Uno li aveva compiuti ad agosto 2018 (il processo era iniziato a marzo), gli altri nel 2019. Una legge del 1951 fissa l’età dei giudici popolari tra i 30 e i 65 anni, ma non specifica se faccia fede il momento dell’estrazione dei nomi o la decisione finale. "La sentenza di primo grado è assolutamente nulla – attacca l’avvocato Pellegrini –. Altri due processi con lo stesso criterio, in Sicilia, sono stati annullati". Proprio su uno di questi si deve esprimere domani la prima sezione della Cassazione. Parti civili, in primis l’avvocato dell’Associazione familiari delle vittime Andrea Speranzoni, e Procura generale, con la reggente Lucia Musti e il sostituto Nicola Proto, chiedono il rigetto dell’eccezione. "Gli unici casi di dispensa per i giudici popolari sono impedimento, astensione, ricusazione. Non l’età – così Musti –. E permangono profili di costituzionalità come ragionevole durata del processo e giudice naturale precostituito per legge".

La richiesta al presidente della Corte Orazio Pescatore è stata così di attendere. Anche se non è detto che la pronuncia della Cassazione arrivi domani: date la sua rilevanza e le possibili conseguenze, potrebbe infatti essere affidata alle Sezioni unite. Portando a uno slittamento forse di mesi.

E s’infiamma la polemica. "Se annulliamo il processo è un liberi tutti", attacca Paolo Bolognesi, presidente dell’associazione dei familiari. "È importante si vada avanti – per il deputato Pd Andrea De Maria –, per fare giustizia su strage e strategia della tensione". La segretaria dem Federica Mazzoni: "Dopo tutti questi anni, nuovi tentativi di depistaggio? L’annullamento è una richiesta offensiva verso il dolore dei familiari delle vittime e la città". L’avvocato Bordoni replica: "La scelta del rinvio è stata la più saggia. Leggere di ’offensività’ dell’eccezione lascia basiti: evidentemente, nemmeno chi se ne fregia nel nome comprende il significato di democrazia, se non rispetta le regole del processo".

Federica Orlandi

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