
Street tutor a rischio. I corsi di formazione vanno deserti. FdI: "Ennesimo flop"
Street tutor a rischio. Il motivo è semplice: sono sempre meno coloro che hanno voglia di mettersi la pettorina e buttarsi nella mischia delle piazze della movida. Che il mestiere fosse ingrato, del resto, si poteva immaginare. Ma forse non a tal punto da costringere il Comune a rinunciare di organizzare i corsi per questi ’facilitatori di strada’ schierati nelle piazze del divertimento, in stretto contatto con la polizia locale e le forze dell’ordine, per mediare conflitti e prevenire rischi. La conferma arriva da due determine dirigenziali dove si rende noto che il Comune riduce di 1.800 euro lo stanziamento per il corso per 25 street tutor a Modena.
Cifra disimpegnata anche nel 2022, a seguito di un solo corso effettuato, a fronte dei due previsti. Da fonti di Palazzo d’Accursio arriva la precisazione: "I corsi non sono mai stati sospesi, gli ultimi previsti non sono stati realizzati per mancanza di iscrizioni". Gli street tutor attuali, oggi in campo nelle zone calde della movida, quindi, sono quelli che hanno frequentato il corso in precedenza, o che hanno conseguito il patentino della prefettura entro il dicembre 2018, che è sostitutivo del corso di formazione.
Da quello che filtra, però, a breve dovrebbero arrivare nuove risorse dalla Regione, con i quali si promuoveranno nuovi corsi di formazione. L’auspicio per Palazzo d’Accursio è che "ci siano potenziali interessati", mentre intanto si punta sulla nuova figura degli street host che indagano le abitudini dei fruitori della notte. In attesa di capire se questi nuovi ’osti della notte’ avranno maggior fortuna, resta critico il centrodestra con il capogruppo di Fratelli d’Italia Stefano Cavedagna: "Il caos notturno che un tempo era concentrato principalmente in Piazza Verdi, si è allargato a Piazza San Francesco, Aldrovandi e tante altre zone del centro. Matteo Lepore ed Emily Clancy si erano impegnati per tutelare i cittadini, ma è ormai evidente come il Piano della notte e tutte le promesse fatte siano vane".
Il meloniano piccona anche gli street tutor: "Sono stati presentati come se fossero la soluzione a tutti i problemi, assieme ai bicchieri di policarbonato, biodegradabili. Scopriamo, invece, che diversi corsi che il Comune doveva fare per formare queste figure, sono andati deserti. A dimostrazione che non ci credeva nessuno che potesse essere la soluzione, forse neanche loro. Questa, come anche i nuovi street host, che temiamo neanche Lepore sappia cosa siano, è l’ennesima presa in giro ai residenti, che chiedono risposte forti e risolutive".
Resta alta la preoccupazione da parte dei comitati, con Giuseppe Sisti di AssoPetroni, l’associazione di via Petroni e dintorni: "Al di là degli street tutor e degli street host in ogni caso non si risolve così il problema... tanti cittadini esasperati stanno pensando di chiedere i danni al Comune. E noi, come AssoPetroni, se procedere con azioni penali. Tempo qualche settimana e sapremo come muoverci. Non possiamo pensare che dopo la diffida inviata il Comune continui a ignorarci...".
Cavedagna dà manforte alla protesta di residenti e comitati e, in risposta all’intervista della vicesindaca Emily Clancy al Carlino che annunciava la richiesta ad Arpae per "nuovi rilievi sul rumore", attacca: "Le centraline hanno già rilevato decibel altissimi, ci sono residenti con danni permanenti alla salute. Dire che si vogliono fare nuove misurazioni è un modo per perdere tempo. La misura è colma. Capiamo i comitati che, presi in giro, vogliano denunciare l’amministrazione".
Rosalba Carbutti