di Federica Orlandi
e Francesco Moroni
BOLOGNA
Si erano conosciuti poco prima, a una festa in zona universitaria a Bologna. Lei, studentessa italiana, lui un gambiano pare irregolare sul territorio. A un tratto quest’ultimo, approfittando del fatto che lei fosse incapace di difendersi – come emergerà, aveva assunto alcol e stupefacenti –, ha iniziato a palpeggiarla e l’ha trascinata via. In via dell’Unione, l’ha stuprata. Ieri è stato convalidato l’arresto per lui, accusato di violenza sessuale; il gip Maria Cristina Sarli ha disposto la custodia cautelare in carcere. Non risulta al momento indagato invece un amico che era con lui, dato che si sarebbe allontanato prima che la violenza avesse luogo.
In realtà, il trio era stato fermato dalla polizia prima che la violenza si consumasse: degli agenti, pur impegnati in un inseguimento, avevano infatti notato la ragazza semi-incoscente con i due uomini. Alla richiesta di spiegazioni, un uomo era fuggito, l’altro – lo stupratore – li aveva ingannati spudoratamente: "È la mia fidanzata, sta male, la sto accompagnando a casa". Anche quando più tardi verrà sorpreso in flagrante cercherà di mentire: "La sto soccorrendo". Ora è alla Dozza.
L’ennesimo episodio di violenza sessuale a Bologna: proprio ieri in Comune è stata premiata Giulia Leone, 28 anni, che il 28 settembre aveva salvato una coetanea dallo stupro da parte di due giovanissimi, sempre in zona universitaria. La giovane ha ricevuto la medaglia al merito civico ‘Giorgio Guazzaloca’ dal sindaco Matteo Lepore: "Prima alle ragazze dicevo di stare tranquille per strada, lo facevo anche io – racconta la 28enne –. Ora, dopo quello che è successo, la situazione è cambiata. Voglio dire di essere unite. Perché se non si è sorelle fra di noi, il resto è difficile possa avvenire". Sul fatto di via dell’Unione è intervenuto proprio il primo cittadino: "Una violenza molto brutta, di nuovo contro una donna in strada, di notte – le sue parole –. Tutti questi episodi hanno una ferma risposta dalle istituzioni locali e delle forze dell’ordine, occorre ci sia altrettanta capacità di risposta dalla magistratura e da chi deve perseguire chi si macchia di questi crimini. È importante si faccia giustizia".
Sotto le Torri è arrivata anche la bufera politica. Tutte le forze d’opposizione in Comune hanno attaccato la Giunta in tema sicurezza, a partire da Fratelli d’Italia: "Due violenze sessuali in meno di un mese è un fallimento delle politiche sulla sicurezza del Comune – sferza la consigliera Manuela Zuntini –. Gli ultimi dati confermano che Bologna è una delle città più pericolose d’Italia per le donne, con 219 denunce nel 2022: Lepore deve fare di più, Bologna è ridotta come Gotham City". Gli attacchi non sono mancati dagli altri partiti, dalla Lega ("Chiediamo serie misure per la sicurezza delle donne, che non possono vivere nel terrore", dice Matteo Di Benedetto) a Forza Italia, con Annamaria Cesari di ‘Azzurro Donna’ e Daniele Aiello di FI Giovani: "Stiamo valutando di sollecitare i ministeri competenti per l’utilizzo di forze armate in operazioni di ordine pubblico". "Ormai a Bologna si vive nella paura, specialmente se si è ragazza: continuare a negare la realtà significa rendersi complici di una situazione non più tollerabile", puntualizza Francesca Scarano (Gruppo Misto), mentre Samuela Quercioli di ‘Bologna ci piace’ incalza: "Non si sono voluti ascoltare i campanelli d’allarme: penso all’organico della Municipale insufficiente e alla mancata istituzione di un assessorato alla Sicurezza".
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