Studenti e apprendimento 6mila quelli con problemi

Il preoccupante dato nel nuovo report dell’Ufficio scolastico regionale. Questi ragazzi hanno gravi difficoltà a leggere, a scrivere e a fare un conto

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Aumentano, anche con punte del 503 per cento alle superiori dal 2013 d oggi, gli studenti con disturbi specifici dell’apprendimento. Una sigla, Dsa, che non parla assolutamente di handicap, bensì di un disturbo del neurosviluppo di origine genetica. Dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia: i quattro disturbi che complicano la vita a questi ragazzi quando devono leggere, fare i conti o scrivere. Disturbi che necessitano prima di diagnosi certe poi di strumenti compensativi e oppure o dispensativi dettagliati nel Pdp (Piano della didattica personalizzato).

A scattare la fotografia sui Dsa, è il nuovo report dell’Ufficio scolastico regionale. Prima uscita: 2012-2013. Poco dopo la svolta della legge 170 del 2010 che introduce le norme in materia di Dsa in ambito scolastico. "Anche noi– osserva Simona Chiodo, direttore della Neuropsichiatria dell‘infanzia e dell’adolescenza dell’Ausl – assistiamo ad un incremento di diagnosi. Di per sé, è un dato positivo: significa maggior attenzione e anche maggior consapevolezza dei genitori che si affidano a noi. Dall’altro, ciò impone una riflessione ad ampio raggio che guardi anche ad altre patologie come, ad esempio, i disturbi del linguaggio". Squadernando i grafici del rapporto, si legge come gli studenti Dsa 2020-2021 sui banchi sono 5.959, ma nel 2012-2013 erano 1.723. Già l’anno dopo salivano a 2.965 per impennarsi, nel 2016-2017, a 4.479 e nel ’18-’19 da 5.395. Degli attuali 5.959 Dsa, più della metà si concentra alle superiori (3.237), in particolare nel biennio; le medie registrano 1.983 situazioni (dato uniforme sul triennio); infine, molto distaccate le elementari (739), per lo più nelle ultime classi.

Allargando l’orizzonte cronologico alla prima edizione del rapporto (2012-2013) i Dsa delle elementari sono saliti del 68%, quelli delle medie del 158% e quelli delle superiori del 503%. Per lo più si tratta di studenti maschi (3.824) contro le 2.135 femmine. Alle superiori, la maggior parte frequenta i professionali (1.019 su 6.089 iscritti), quindi i tecnici (1.307 su 13.661) e i licei (911 su 20.234). Quanto alla tipologia di disturbo, la parte del leone la gioca la dislessia (3.603), poi la discalculia (2.011); la disortografia è a 1.932 e la disgrafia a 1.294.

Per il preside del liceo Righi, Fabio Gambetti, la concentrazione degli studenti Dsa alle superiori è frutto di una sorta di ‘emersione’. "Nel passaggio dalla medie alle superiori – spiega– gli studenti devono aggiustare il ritmo di studio. Fino alle medie, potrebbero aver compensato eventuali difficoltà, poi arrivati al liceo si incagliano". Fondamentale in questa partita il ruolo dell’Ausl che ha siglato con l’Usr un protocollo ad hoc. Accanto a tutto il lavoro di screening precoce teso ad "affiancare, con attività specifiche, bimbi con fragilità così da scongiurare che una difficoltà si trasformi un disturbo", osserva Chiodo, l’Ausl si occupa anche di tutti quei ragazzi "mai diagnosticati", insomma delle "prime diagnosi tardive" magari proprio alle medie o alle superiori. "Alcuni ragazzi reggono senza grosse difficoltà il passaggio dalle medie alle superiori – puntualizza la neuropsichiatra – magari perché le famiglie supportano molto, poi alle superiori", l’intoppo. Supporto scientifico, progetti, interventi, formazione e soprattutto un’accurata diagnosi differenziale perché "non ci si può limitare a una mera somministrazione di test per l’apprendimento, occorre un’analisi psico-patologica".

f.g.s.

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