Studenti, la forbice dei redditi In città è sparito il ‘ceto medio’

Il sondaggio di Udu, Cgil e Sunia: il 47% degli intervistati ha un Isee sotto i 30mila euro, il 32% sopra i 50mila

La popolazione studentesca di Bologna è decisamente eterogenea. Meno benestante di quella milanese, senza dubbio, dove il 53% degli studenti ha un Isee (l’indicatore che tiene conto di reddito, patrimonio e delle caratteristiche di un nucleo familiare) sopra 30mila euro. Sotto le Torri il dato si ribalta: uno studente su due (47%) è invece sotto la soglia dei 30mila, mentre appena uno su tre (circa il 32%) è sopra i 50mila. Il report è il risultato di un sondaggio che durante l’estate, e fino a fine mese, continua a promuovere l’Udu (l’Unione degli universitari), insieme a Cgil e Sunia (il sindacato degli inquilini): un’indagine via siti web e social network con l’obiettivo prefissato di coinvolgere 10mila studenti, che ha visto già arrivare oltre mille risposte per quanto riguarda Bologna.

"È già un ottimo risultato – evidenzia Simone Agutoli dell’Udu –. La popolazione universitaria qui è variegata, lo confermano le risposte. È interessante valutare come oltre uno studente su due racconti di aver svolto qualche attività lavorativa durante il percorso di studi, per permettersi un alloggio, e come restino difficoltà molto elevate per chi cerca una stanza, perché i prezzi risultano sempre meno accessibili: il 76% degli intervistati lamenta l’aumento del costo della vita, l’inflazione dilagante e la disponibilità economica delle famiglie in discesa. E c’è di più: spesso le abitazioni proposte non sono neanche così dignitose".

Un quadro perfettamente in linea, dunque, con quanto raccontano i diretti interessati: gli studenti. Poi c’è il tema del tipo di camera: singola, doppia, o addirittura anche più inquilini nella stessa stanza.

"Nella fascia Isee più bassa, la soluzione della doppia è sempre più gettonata – prosegue Agutoli –. È il 39% del campione che lo conferma, mentre il dato nazionale racconta di un 26%. A Bologna, l’1% dichiara addirittura di vivere in una ‘tripla’".

Anche l’Udu, raccogliendo le testimonianze dei giovani, parla di "un problema di discriminazione".

"Succede un po’ dappertutto, anche a Bologna – conclude Agutoli –. Molti annunci sono soltanto per studentesse: una sorta di ‘gender gap’ al contrario, rispetto a quanto siamo abituati a vedere. Alcuni proprietari di casa, invece, chiedono anche la busta paga dei genitori, nel caso di studenti non lavoratori, per un’ulteriore garanzia sulla copertura dell’affitto. Così, però, le poche stanze a disposizione diventano ancora meno". Una domanda e un’offerta che faticano tremendamente a incontrarsi, insomma, soprattutto per la discrepanza tra ‘il potere d’acquisto’ di chi cerca una sistemazione e i prezzi sempre più alle stelle.

Francesco Moroni