Stupro ai Giardini, decisivi testimoni e impronte

Carabinieri e Scientifica al lavoro per identificare l’autore della violenza. La vittima diciassettenne presto sentita in forma protetta

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I carabinieri impegnati nei rilievi, all’indomani della violenza sessuale

di Federica Orlandi

Continua senza sosta la caccia al ragazzo che l’altra notte, ai Giardini Margherita, avrebbe violentato una ragazzina di 17 anni conosciuta poco prima. La vittima lo ha descritto come pressapoco coetaneo,

La giovanissima deve ancora formalizzare la denuncia, poiché per farlo deve essere sentita in forma protetta dagli inquirenti – incaricati delle indagini sono i carabinieri della Compagnia Bologna centro e i colleghi del Radiomobile, coordinati dalla pm Rossella Poggioli –, ma prima deve essere conferito l’incaricato di assisterla a uno psicologo, data la minore età e lo stato di fragilità dell’adolescente.

La giovane vive in una struttura sanitaria; da lì era uscita, forse per una passeggiata, mercoledì pomeriggio, non è chiaro se da sola o in compagnia di qualcuno. Poi, a piedi, si sarebbe diretta ai Giardini Margherita, probabilmente per trascorrere la serata con alcuni amici. Era da sola però quando, verso la mezzanotte, è stata avvicinata dal giovane sconosciuto, che stando alle prime ricostruzioni della giovane dovrebbe avere più o meno la sua età. Lui, dopo una prima chiacchierata amichevole, le ha chiesto di spostarsi in un’area più appartata del parco, ma al rifiuto di lei quando poi le ha chiesto di avere un rapporto sessuale l’ha aggredita e stuprata. Poi si è dato alla fuga.

Ma il cerchio potrebbe stringersi presto attorno a lui, grazie ai rilievi della Scientifica e alle testimonianze di chi si trovava mercoledì sera ai Giardini e potrebbe rivelarsi fondamentale nell’indirizzare gli inquirenti verso l’identificazione del giovane.

Dall’altro lato però i carabinieri stanno faticando a raccogliere registrazioni dalle telecamere di videosorveglianza della zona, dato che quelle interne ai Giardini e nei pressi del punto in cui si sarebbe consumata la violenza sono fuori uso, mentre quelle fuori dal parco, ma nei suoi pressi, richiederanno ore e ore per essere vagliate e per permettere di scremare le numerosissime persone che avranno inquadrato nel lasso di tempo che potrebbe interessare il passaggio del giovane, ammesso che si riesca a capire da quali dei diversi varchi è entrato e uscito dai Giardini. Ora, la speranza è appunto quella di trovare testimoni in grado di aiutare a ricostruire la vicenda, anche se né il passante che ha soccorso la ragazzina, vedendola vagare in lacrime e disorientata poco dopo l’aggressione, né le altre persone che si trovavano in quel momento al parco, pare abbiano notato il presunto stupratore o siano in grado di fornirne una descrizione. La giovanissima, sotto choc e paralizzata dal terrore, non avrebbe lottato, gridato o richiamato l’attenzione sul suo aggressore, il quale si è quindi dileguato del tutto inosservato. E non avrebbe lasciato tracce di sangue sul posto o avrebbe riportato escoriazioni tali da renderlo riconoscibile.

La pista che potrebbe rivelarsi più fruttuosa è quella della Scientifica, che oltre ad analizzare gli abiti e gli effetti personali indossati dalla ragazza al momento dell’aggressione è anche impegnata con il rinvenimento di materiale utile sul luogo del brutale episodio descritto dall’adolescente. La quale nell’immediatezza del fatto è stata trasportata in codice di media gravità all’ospedale Maggiore, dove è stata riscontrata la violenza; visitata e medicata però non ha riportato altre ferite o contusioni gravi.

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