Bologna, frase choc sullo stupro. La cooperativa. "Troppe minacce, denunciamo"

La lai-momo annuncia esposti per "un'ondata di violenza". E conferma che il mediatore culturale sarà licenziato

La Lai-momo presenterà denuncia per le minacce ricevute

La Lai-momo presenterà denuncia per le minacce ricevute

Bologna, 31 agosto 2017 - Travolta da insulti e minacce sui social network, via mail e al telefono per le frasi choc sullo stupro «peggio solo all'inizio» espresse da un proprio mediatore culturale, la cooperativa Lai-Momo ha deciso di rivolgersi alle forze dell'ordine per sporgere denuncia. Lo annuncia la stessa organizzazione, in una nota, nella quale Lai-Momo si considera "non certo artefice ma semmai vittima" di quanto accaduto.

A causa di questa vicenda, sottolinea la cooperativa, "un'ondata di offese e minacce estremamente violente ha invaso la nostra pagina Facebook, le nostre e-mail e i nostri telefoni. Prendendo a pretesto l'episodio per attaccare le politiche e le pratiche dell'accoglienza, si è concretizzata un'aggressione contro Lai-momo, che lavora da 22 anni nella comunicazione, da 10 anni nei servizi per l'immigrazione e da sei nell'accoglienza". Lai-Momo conta 75 dipendenti, di cui 56 assunti a tempo indeterminato, 31 donne, l'84% è laureato, 64 sono italiani e il 67% vive nei Comuni in cui operano le strutture di accoglienza.

Per questo, spiega la cooperativa, "a tutela della sicurezza dei nostri dipendenti, collaboratori e beneficiari dei progetti, oggi pomeriggio abbiamo consegnato alle forze dell'ordine un atto di denuncia contenente le minacce ricevute via Facebook, e-mail e telefono con tutte le indicazioni in nostro possesso". Il presidente di Lai-Momo, Andrea Marchesini Reggiani, esprime poi "totale vicinanza e solidarietà alle persone che a Rimini hanno subito una violenza inaudita" e ci tiene a ringraziare "tutto lo staff per l'unità e la professionalità dimostrate in questi giorni in cui la nostra organizzazione è stata fortemente e ingiustamente attaccata. Siamo un gruppo coeso e supereremo questo momento. Ringrazio altresì tutti coloro che ci hanno fatto pervenire sostegno e solidarietà riconoscendo il nostro valore".

Inoltre, la cooperativa spiega che non c'è stata alcuna "negligenza" nell'assumere Abid Jee come mediatore sociale. Prima di lasciarsi andare a quelle frasi choc si è sempre comportato "in maniera irreprensibile senza destare alcun sospetto di pensieri violenti o discriminatori". Lo sostiene in una nota e risponde così anche all'Asp di Bologna, che in una lettera ieri ha chiesto chiarimenti sulle modalità di scelta e assunzione dei mediatori culturali da parte della cooperativa, dal momento che Lai-Momo è uno dei soggetti selezionati per il nuovo progetto di Sprar metropolitano a Bologna.

"La richiesta di chiarimenti di Asp è per noi un'ulteriore occasione per documentare in modo dettagliato quanto già più volte presentato e valutato - afferma la cooperativa - nella giornata di domani consegneremo i documenti richiesti". Quando ad Abid Jee, "ribadiamo che il lavoratore in questione è  stato immediatamente sospeso sottoposto a procedimento disciplinare, che si concluderà nel giro di pochi giorni, in base a quanto consentito dalla legge".

La persona, si difende ancora una volta la cooperativa, "è stata valutata con colloqui e ripetutamente testata nel corso di collaborazioni occasionali, durante le quali si è comportata in maniera irreprensibile senza destare alcun sospetto di pensieri violenti o discriminatori".

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro