Stupro di Rimini, la frase choc. “Alle donne piace”

Il commento sul web alla notizia della efferata violenza. L’utente, straniero, dice di essere mediatore culturale in una cooperativa bolognese

I rilievi della polizia scientifica sul luogo dell’efferata violenza

I rilievi della polizia scientifica sul luogo dell’efferata violenza

Bologna, 28 agosto 2017 – Uno di quei commenti che si rileggono una serie innumerevole di volte, per pensare: non ci credo. Ieri ha fatto capolino sulla pagina Facebook de il Resto del Carlino in tarda mattinata, scatenando l’indignazione di molti. Sotto alla notizia dal titolo ‘Rimini, stupro in spiaggia. «È stato un incubo, ora voglio solo tornare a casa»’ si potevano contare diversi commenti, il fatto di cronaca ha colpito l’opinione pubblica. Uno di questi è andato decisamente oltre: l’utente Abid Jee ha definito lo stupro «peggio ma solo all’inizio, poi la donna diventa calma ed è un rapporto normale». Il ragazzo sul suo profilo Facebook dice di avere 24 anni e di lavorare per la Cooperativa Lai–momo.

La cooperativa è nota per la sua attività sul territorio, legata principalmente al sociale, all’immigrazione e all’istruzione. Interpellata, Lai–momo spiega di non poter nella giornata di domenica effettuare tutte le verifiche possibili per capire se l’utente Abid Jee lavori davvero per la cooperativa. Il ragazzo su Facebook scrive nel settore ‘Lavoro’: «mediatore culturale e operatore sociale. Dal 25 dicembre 2016 a oggi, Bologna.

«Qualore fosse un nostro dipendente – dichiara Lai-momo –, è ovvio che noi riteniamo gravissime, assolutamente, le dichiarazioni che lui ha postato. Qualora fosse un nostro dipendente e domani verificassimo la corrispondenza eventuale con la cooperativa, prenderemo tutti i provvedimenti possibili. Se fosse davvero un nostro dipendente riterremmo incompatibile ogni forma di collaborazione. Domattina (oggi, ndr) subito attiveremo tutte le verifiche. Quelle parole ci danneggiano, sono irrispettose dei valori umani e civili del nostro pensiero e del nostro lavoro. Siamo indignati, faremo tutte le verifiche».

Il commento di Abid Jee è rimasto sul social network soltanto per pochi minuti, nella tarda mattinata di ieri. Alle sue parole hanno fatto seguito una serie di reazioni contrarie, veementi e indignate condite da insulti. Il commento è stato poi cancellato. Contemporaneamente è arrivata una segnalazione di un utente alla redazione del Carlino e un’altra segnalazione da parte della consigliera comunale leghista Lucia Borgonzoni, che proprio su Facebook ha dichiarato di voler segnalare quelle frasi dell’utente alla Questura.

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Le parole che hanno sollevato il polverone commentavano le dichiarazioni della giovane polacca aggredita e struprata dal branco nei giorni scorsi a Rimini. «È una frase di una gravità inaudita – commenta Lucia Borgonzoni – e il fatto che a questo ragazzo sembri normale scriverlo mi preoccupa e non poco, per questo farò segnalazione in Questura. Un’altra utente mi ha detto di averlo subito segnalato agli amministratori di Facebook. Se poi davvero lavorasse per la Cooperativa Lai-momo, auspico che venga allontanata immediatamente. Comunque – aggiunge la Borgonzoni – farò una serie di interrogazioni, sulla scelta e controllo dei mediatori culturali in città». Abid Jee, secondo quanto si può apprendere su Facebook, è uno studente di Giurisprudenza all’Università di Bologna.

Aggiornamenti - La coop: "E' nostro dipendente, lo abbiamo sospeso" - Lui: "Scusate, ma tutti insultano gli stranieri"

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