Bologna, stupro in stazione. Le telecamere inquadrano il bruto, ma il volto non si vede

La polizia sta visionando migliaia di immagini: si notano il giovane e la vittima che si allontanano

Il deposito dei treni alla stazione, teatro della violenza (FotoSchicchi)

Il deposito dei treni alla stazione, teatro della violenza (FotoSchicchi)

Bologna, 10 novembre 2017 - Le telkecamere li hanno immortalati. Prima tutti insieme, in gruppo, là in piazza Aldrovandi. Poi da soli, percorrere a piedi le vie della zona universitaria. Prima una svolta, poi l’altra fino a via Mentana. Le immagini delle telecamere, acquisite dalla Squadra mobile che indaga sullo stupro denunciato da una 17enne il 3 novembre, stanno dando indizi utili all’attività degli investigatori.

Al momento, però, non ci sarebbe un fotogramma idoneo a rendere nitidamente il viso del magrebino che, stando al racconto della vittima e dei suoi amici, si era offerto di accompagnarla alla ricerca del cellulare, scomparso improvvisamente quella sera dalla sua borsa. Un uomo al momento ancora senza volto, ma il lavoro della Mobile è ancora lungo: sono state acquisite tutte le telecamere del centro, ore e ore di immagini che sono oggetto adesso di una ricerca chirurgica del sospettato.   Per adesso le immagini stanno suffragando quello che vittima e amici avevano testimoniato agli agenti. Quella sera, dopo aver consumato un ingente quantitativo di alcolici in piazza Aldrovandi, la giovane si era accorta della scomparsa del suo telefonino. Un giovane, magrebino, conosciuto quella sera in piazza, si era offerto di aiutarla a cercarlo e, da soli, si sono allontanati.

Circostanza confermata dagli amici e dalle telecamere, ma quello che è avvenuto dopo sconta ancora i vuoti nel racconto della 17enne bolognese. Dopo aver percorso la zona universitaria, sarebbero arrivati ai convogli in deposito di via Stalingrado. E là, su un vagone, si sarebbe consumata la violenza

La ragazza, però, si è ripresa solo al mattino quando, seminuda, si è svegliata da sola nel vagone, senza più la borsa, ed è andata al pronto soccorso dell’ospedale Maggiore in autobus. Là, visitata, non sono stati riscontrati segni di violenza, ma c’è ancora da attendere sull’esito dei tamponi eseguiti.  c. d.

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