Suicida a 12 anni a Bologna, polizia a scuola dai suoi compagni

Al setaccio chat e social, ma uno degli smartphone della vittima è andato completamente distrutto nell’impatto con il suolo

La polizia sul luogo della tragedia

La polizia sul luogo della tragedia

Bologna, 8 ottobre 2021 - Famigliari, amici, compagni di scuola. Una mesta sfilata di testimoni. Per raccontare, ricostruire, analizzare ogni battito irregolare di una vita troppo breve. La Squadra mobile di Roberto Pititto, in questi giorni, sta ascoltando tutte le persone in contatto con la dodicenne che, martedì pomeriggio, si è tolta la vita buttandosi dalla finestra della sua cameretta, al quarto piano di un palazzo in zona San Donato. I genitori della bambina, sentiti nell’immediatezza della tragedia dalla polizia, adesso sono chiusi in un dolore straziante, in attesa di capire, loro prima di tutti, cosa è maturato di tanto angosciante nell’anima dell’adolescente, da spingerla a salire sul davanzale e compiere un gesto così definitivo. Lasciando dietro di sé solamente un biglietto di commiato. Tragico quanto devastante: ’scusatemi’.

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Le indagini

Se dalle testimonianze finora ascoltate non sono emersi particolari fatti tali da far anche solo intuire il malessere che la dodicenne viveva, gli inquirenti si aspettano molto dagli esiti degli accertamenti tecnici che la polizia Scientifica sta effettuando sui due cellulari in uso alla ragazzina. Quello vecchio, trovato nella sua stanza; e quello nuovo, che le aveva regalato da poco il papà. E che stringeva ancora tra le mani, sull’asfalto del cortile dove ha smesso di respirare, dopo un volo di oltre dieci metri. Solo a seguito di questa prima ricognizione, la Procura valuterà se nominare dei consulenti tecnici da affiancare al lavoro della polizia.

Le chat

In particolare, sarà fondamentale estrapolare il contenuto di chat e social. Un lavoro che si annuncia lungo e particolarmente complesso, almeno per quanto riguarda l’ultimo smartphone usato dalla ragazzina, andato completamente in mille pezzi nell’impatto con il suolo. Proprio per questo non sarà facile – e al momento non se ne conoscono nemmeno le possibilità – estrapolarne i contenuti dal cuore dell’oggetto tanto caro alla giovane vittima. Da quanto emerso, la stessa aveva dei profili su TikTok e anche questo social dovrà essere scandagliato dalla polizia, per provare ad avere delle risposte su una vicenda inspiegabile, che ha lasciato un’intera città attonita a interrogarsi sulle fragilità nascoste dei suoi ragazzi. "Questi ragazzi – sottolinea Maria Rita Parsi, psicologa e scrittrice – hanno enorme difficoltà di raccontare a casa o a scuola le loro difficoltà. E l’età dei 12 anni è una delle più difficili, rappresenta il passaggio tra la pre-adolescenza e l’adolescenza. Si aspettano accoglienza e ascolto, spesso purtroppo vengono ignorati e si tengono tutto dentro. E vivono in quel mondo virtuale che è piombato nel mondo reale senza regole". Anche le conversazioni nei gruppi con le amiche, anche quelle cancellate nel tempo, dovranno essere vagliate. Proprio in uno di questi gruppi erano stati condivisi dei link che rimandavano a un sito porno. Una circostanza scoperta dal papà della ragazzina, che per proteggere la figlia, a seguito di quel fatto aveva messo delle restrizioni alle funzioni del cellulare della dodicenne.

A scuola

La polizia, oltre ad ascoltare i compagni di scuola della bambina per cercare di ricostruirne il contesto scolastico, le amicizie e le emozioni, ieri è stata nell’istituto frequentato dall’adolescente, per parlare con docenti e dirigente. Oltre alla classe della dodicenne, che aveva ottimi voti in tutte le materie ed era benvoluta e integrata, gli insegnanti hanno parlato di quando accaduto anche con gli altri alunni della media, per spiegare loro la situazione, tentando di gestire le loro reazioni ed emozioni di fronte a un fatto così tragico, impossibile da elaborare per gli adulti, figuriamoci per gli adolescenti.

Doppia inchiesta

La delicatissima vicenda è oggetto dell’interesse di due Procure: quella ordinaria, con il pubblico ministero Elena Caruso a coordinare il lavoro della polizia; e quella dei minori, informata nell’immediatezza della tragedia vista l’età della vittima e per la presenza in casa di un’altra minorenne, la sorellina. Per permettere agli investigatori di effettuare tutti gli accertamenti necessari a chiarire il contesto in cui è maturata la decisione di togliersi la vita, è stato aperto un fascicolo per istigazione al suicidio, al momento senza indagati. Un atto, va detto, prettamente tecnico, ma necessario per cercare in ogni modo di risalire a quel maledetto perché che ha portato al salto nel vuoto di quel giovane angelo di appena 12 anni.

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