Si getta dalla finestra del Maggiore a Bologna e muore. La famiglia denuncia l'Ausl

La tragedia del 21enne Leonardo Riberti è avvenuta martedì all’alba. Il padre: "Molte cose non tornano. Era paziente psichiatrico, andava controllato". L’ospedale: "Suicidio, avviati accertamenti interni"

Il ferrarese Leonardo Riberti aveva 21 anni

Il ferrarese Leonardo Riberti aveva 21 anni

Bologna, 26 giugno 2022 - Quel volo fatale da una finestra del Maggiore non doveva accadere. "Perché Leonardo andava protetto, monitorato e oggi vogliamo tutta la verità sulla sua morte". Per tutti Leo, un ragazzone di 21 anni di due metri per 90 chili, professione cuoco, ex giocatore di rugby, scomparso tragicamente all’alba di martedì gettandosi da una finestra durante un ricovero. Una tragedia che secondo papà Davide Riberti, avvocato civilista di Ferrara, avrebbe molti punti non chiari tanto da portarlo a sporgere denuncia contro ignoti, con il collega Fabio Anselmo, ipotizzando l’omicidio colposo e l’abbandono di persona incapace. In quanto "Leonardo paziente psichiatrico".

Aggiornamento La Procura apre un fascicolo

Attacchi psicotici. Venerdì 17, Leo si confida con il padre. Da settimane ha cominciato a non stare bene per vari motivi, un malessere aggravato dall’isolamento dovuto al Covid. "Quel venerdì – spiega il padre – mi parlò di allucinazioni e disse di avere paura. Già una volta a maggio, per attacchi psicotici, era stato ricoverato all’ospedale di Cona in psichiatria. La famiglia stava facendo di tutto per aiutarlo, era pronto per entrare in una clinica privata. "Stiamo parlando di un bravo ragazzo – aggiunge commosso Davide –, incensurato, grande sportivo, giovedì si era fatto 120 chilometri in bici fino al mare. Venerdì notte, dopo lo sfogo, il padre lo porta al pronto soccorso di Cona dove sarà ricoverato ancora in psichiatria.

L’operazione. Lunedì mattina, mentre è alle prese con un gioco da tavola, ingoia una pedina, "sentivo voci che mi dicevano di farlo", dirà a papà. Pedina che si incastra nell’esofago e per liberarlo servirà un’apparecchiatura che hanno al Maggiore. Alle 20 con un’ambulanza viene accompagnato a Bologna, "ma senza supporti psichiatrici con lui, cosa che mi ha stupito". Due ore dopo è sotto i ferri, a mezzanotte un medico chiama il padre: tutto è andato bene, resterà ricoverato in Otorinolaringoiatria.

"Suicidio". Alle 8 di martedì una seconda telefonata, terribile: è successa una disgrazia, Leonardo "si è suicidato, passato da una finestra aperta a vasistas" del secondo piano. Come è possibile? Davide saprà che alle 2 di notte Leo aveva cercato di scappare, ma era stato fermato all’uscita. Due ore e mezza dopo il volo. Da qui le molte domande: perché non era tenuto sotto controllo in quanto paziente psichiatrico? Verosimile che quel ragazzone "sia passato da una fessura di 20 centimetri"? E ancora: da Ferrara erano arrivate tutte le notizie sulle sue criticità? Ieri dal Maggiore hanno fatto sapere che "in merito al suicidio del 21enne, la direzione sanitaria ha già avviato i doverosi accertamenti messi in campo per gli eventi sentinella". Aperta un’inchiesta.

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