Bologna, 24 novembre 2024 – Gli ’eroi’ di Suviana, i vigili del fuoco che intervennero subito dopo il disastro della centrale idroelettrica di Bargi di Camugnano, che il 9 aprile scorso esplose causando sette vittime, chiedono a gran voce una visita pneumologica dopo quell’intervento. Una "battaglia" portata avanti soprattutto dal sindacato Cgil.

Tutto inizia il giorno dell’esplosione. Dall’ora dello scoppio alla mezzanotte, a Bargi accorrono 30 mezzi dei vigili del fuoco, per un totale di un’ottantina di pompieri. Molti di questi si calano nella centrale sotterranea per recuperare i feriti, i dispersi e le vittime. Ma le bombole di ossigeno in dotazione alle squadre, che hanno un’autonomia di una ventina di minuti, e quelle aggiuntive dell’apposito ’Carro aria’, presto terminano. Così, raccontano gli stessi protagonisti, diversi vigili devono scendere nei piani non allagati senza bombole o maschere.
La mattina del 10, il Comando viene informato da Enel Green Power che alcune guarnizioni dell’alternatore esploso erano in fibra di amianto, perciò c’era il rischio che parti di queste potessero essersi disperse nell’ambiente, dopo l’incidente. Ipotesi poi scongiurata da Arpae che, la stessa mattina, ha monitorato l’aria dentro e fuori l’impianto ottenendo esito negativo sulla presenza della sostanza tossica.
Ciò nonostante, il Comando ha provveduto a prenotare specifiche visite ai polmoni, su base volontaria, per i vigili intervenuti, con date già fissate tra la fine di maggio e giugno. Però, a causa pare di un problema legato alla convenzione legata a questo tipo di accertamenti, sono saltate. Ad agosto, il personale è stato informato dal Comando che il protocollo per rischio da esposizione amianto era stato riattivato e le visite sarebbero state presto effettuate. Poi, più nulla. E i pompieri, alcuni dei quali ora lamentano una tosse cronica e, benché non ne abbiano alcuna certezza, temono possa essere legata a quell’intervento, chiedono a gran voce di poter eseguire al più presto la visita pneumologica. Con in prima linea appunto i rappresentanti del sindacato Cgil. "Quando ci siamo calati non c’era più fumo, ma negli ambienti galleggiava una polvere densa, che si vedeva a occhio nudo: vorremmo essere sicuri di non aver corso dei rischi", lamentano.
Dal canto suo, il Comando provinciale, che di recente ha cambiato vertice, rassicura che c’è stata proprio in questi giorni una forte accelerata a riguardo e che dunque le visite saranno fatte al più presto a chi ne ha fatto richiesta, anche se ancora manca una data precisa.