Svolta sulla norma salva-cinema Più flessibilità per chi investe

Nella variante del Piano urbanistico generale il Comune dà più margini di manovra sullo spazio riqualificato

Svolta sulla norma salva-cinema   Più flessibilità per chi investe

Svolta sulla norma salva-cinema Più flessibilità per chi investe

Nuove norme in arrivo per i cinema. Tante le sale perse negli anni, ma c’è anche chi è andato oltre al buio e resiste.

Il Comune, dalla sua, gioca la carta della variante del Pug (il Piano urbanistico generale) per dare maggiori chance di rinascita agli esercizi cinematografici che, indubbiamente, stretti dalle piattaforme di streaming, da Netflix in avanti, rischiano di non riaccendere la luce in sala. Uno dei casi è quello del Capitol, multisala gloriosa di via Milazzo, ormai chiusa da anni. Le modifiche al Pug (l’iter è partito giorni fa, con l’approvazione della proposta di variante in giunta che dovrebbe poi arrivare al dunque tra varie tappe a marzo 2024) prevede, infatti, maggiore flessibilità per chi volesse riqualificare un cinema o riattivare sale ormai dismesse (come il Capitol). La novità si trova nei dettagli. Se, infatti, resta la norma che obbliga a mantenere almeno il 50 per cento della superficie utile ad uso cinematografico, si dà più spazio di manovra sulla restante parte della struttura che si può destinare ad altre funzioni.

E, quindi, per farla breve: se il 50 per cento dovrà comunque essere destinato al grande schermo, il resto si potrà gestire in maniera più flessibile, anche dando la possibilità di incrementare la superficie esistente. E, quindi, ad esempio, si potrà giocare sulle altezze del’edificio, creando un altro piano nello stabile, oppure aumentare, dove possibile, il volume della struttura. "Un modo – spiega l’assessore all’Urbanistica Raffaele Laudani – per tutelare i cinema storici, ma allo stesso tempo dare flessibilità a chi decide di investire". Una misura che potrebbe venire incontro a chi, finora, ha preferito tenere giù la serranda, considerando la norma che prescrive l’uso del 50 per cento della superficie a uso cinematografico non sostenibile economicamente. È il caso di Nunzio Colella, proprietario dei muri dell’immobile tra via Indipendenza e via Milazzo che ospitava il cinema Capitol, e ad dei due marchi di abbigliamento Alcott e Gutteridge. Nel 2020 aveva avuto un video incontro con l’allora assessora all’Urbanistica Valentina Orioli, spiegando l’impianto del suo progetto. Progetto che, per Colella, ad oggi non contempla la parte dedicata al grande schermo: "È un peccato, lo so, ma i cinema non rendono più... La nostra proposta è comunque vantaggiosa per Bologna: si tratterebbe di un investimento di 4-5 milioni di euro che porterebbe a 70 assunzioni".

Nell’idea di Colella c’era di aprire due negozi di abbigliamento Alcott e Gutteridge e creare una sala da tè con angolo libreria, ma il Comune ha sempre tenuto ferma la clausola salva-cinema. Oggi, però, con il nuovo Pug l’investimento potrebbe diventare maggiormente vantaggioso. Magari rendendo l’immobile più allettante per la vendita.

Per ora Colella resta alla finestra, dicendosi comunque disponibile a un nuovo dialogo con il Comune: "Siamo fermi da anni, aspetto di capire che intenzioni avrà l’amministrazione. Mi pare assurdo tenere il degrado in un angolo di strada molto importante". Quasi inevitabile, pare, un nuovo braccio di ferro. Ma, forse, chissà, con le nuove regole uno spiraglio potrebbe aprirsi. Senza dimenticare che la variante del Pug da settembre sarà aperta alle osservazioni dei cittadini per un confronto che potrebbe portare modifiche.

Rosalba Carbutti