Bologna, caccia al killer di Budrio. "Ha trovato rifugio nel mio podere"

Cristiano Lugli: "Tracce chiare. Si butta in acqua per nascondersi"

Il luogo in cui è stato rinvenuto il giaciglio di Igor-Norbert, il killer di Budrio

Il luogo in cui è stato rinvenuto il giaciglio di Igor-Norbert, il killer di Budrio

Molinella (Bologna), 15 aprile 2017 - Ogni giorno sale sul suo fuoristrada con l’ansia nel cuore, mette in moto e, fra le cavedagne polverose, raggiunge a passo d’uomo la sua azienda agricola in via Fiume Vecchio, a Marmorta di Molinella. Cristiano Lugli lo fa con la consapevolezza che potrebbe rischiare la vita. Appena arrivato in uno spiazzo si guarda intorno e il suo sguardo si ferma vicino al magazzino a pochi metri dall’abitazione di suo nonno Tony (92 anni appena compiuti). In quel punto una piccola stradina porta al Canale della Botte.

 

E qui, dove la cavedagna curva, c’è una delle ‘case’ del killer: qualche ciuffo d’erba fra le canne del piccolo argine. A memoria Lugli è in grado ricostruire ogni passo di Norbert-'Igor il russo’ nella sua proprietà. Carabinieri e paracadutisti con i cani molecolari gli hanno mostrato dove è passato il killer e dove ha dormito. Lugli si avvicina al piccolo argine e indica una radura dove l’erba è stata strappata a mano: «Vedete lì, c’è il suo giaciglio. Igor ha dormito qui. C’è una parte dell’argine che ho tagliato con la mia attrezzatura e la differenza è evidente. Qui i cani molecolari hanno trovato le sue tracce: non volevano più andarsene». La scelta di usare l’argine come giaciglio ha ‘salvato’ Igor: «La sera, dopo il secondo omicidio – racconta l’agricoltore –, si tuffava in acqua a ogni passaggio dell’elicottero a infrarossi. Così, mi hanno spiegato, è riuscito a nascondersi».

IGORFFF_22029597_230146
IGORFFF_22029597_230146

Prima la fuga nella boscaglia tra Consandolo e il ponte del Passo del Morgone sul Reno, poi il killer ha raggiunto il Canale della Botte dove si è tuffato per far perdere le sue tracce ai cani. Lugli con precisione millimetrica indica ogni tappa della belva nel suo podere: «Ha attraversato proprio in quel punto. Poi ha utilizzato il frutteto come barriera per raggiungere un fosso. Dopo essersi gettato, ha strisciato nel fango ventre a terra fino a raggiungere via Fiume Vecchio. Qui è stato visto da un altro agricoltore mentre correva su un campo arato».

E poi il killer si è pure riposato appoggiandosi alla transenna che delimita le proprietà di Lugli. «Si è fermato vicino al palo. E’ stato fermo un po’. Aveva alle calcagna un esercito di carabinieri». Da allora la vita dell’agricoltore è cambiata: «Ogni giorno la proprietà è meta fissa dei tutti quelli che lo cercano. Sono sempre qui per fare controlli e cercare tracce. Non posso annaffiare le piante e neanche tagliare l’erba per non inquinare eventuali indizi». Lavorare nei campi con la stessa concentrazione di una volta è impossibile: «E’ come se ci fosse un fantasma. Una presenza che ha le sembianze di Igor. Mio nonno abita qui, proprio a pochi metri dal suo giaciglio. La paura è che, prima o poi, avrà bisogno di acqua e viveri. E da chi li cercherà?». Lugli fa parte di una famiglia storica di Marmorta: «Non siamo di certo abituati a vivere nel terrore. Prima che Igor decidesse di trovare casa nella mia proprietà, la giornate trascorrevano fra il nuoto a Molinella, la mia grande passione, e i nostri appezzamenti di terra. A volte mi domando se ci stia osservando e se dietro un cespuglio ci sia una delle sue tane».

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro