Tassa di soggiorno, nei guai 39 strutture

Sulle 146 controllate dalla Guardia di finanza. I titolari, che hanno evaso 186mila euro, sono stati segnalati alla Corte dei Conti

Migration

di Nicoletta Tempera

Sono tutte strutture piccole, la maggior parte classificabili come ‘case vacanze per soggiorni brevi’ le 39 attività segnalate alla Corte dei conti perché, dal 2015 al 2019, avrebbero evaso 186mila euro di tassa di soggiorno, ‘dimenticando’ di versare il dovuto tributo al Comune.

L’accertamento è stato svolto dai militari del Nucleo di polizia economico finanziaria delle fiamme gialle che hanno analizzato le posizioni di 146 strutture ricettive che operano in città, verificando irregolarità relative alla posizione contributiva di circa un quarto del totale. Le indagini delle Fiamme gialle, coordinate dalla Procura regionale della Corte dei Conti, sono state portate avanti incrociando i dati presenti nel sistema informativo del Comune Geis (gestione imposta di soggiorno) con le risultanze delle banche dati in uso al corpo. Un incrocio che ha permesso di accertare discrepanze notevoli tra i giorni di permanenza degli ospiti dichiarati dai gestori delle strutture ricettive al Comune e quelli effettivamente registrati e dichiarati alla Questura. Accertando così un mancato incasso, per le casse comunali bolognesi, di quasi 200mila euro di tributi in quattro anni.

Questo tributo, che gli ospiti sono tenuti a pagare per i primi cinque giorni di soggiorno, a Bologna va dai 3 ai 5 euro in base alla tariffa dell’albergo o dell’affittacamere scelto e non si applica ai minori di 14 anni e ai residenti. Al momento del pagamento, il cliente versa, oltre alla spesa per il pernotto, l’ammontare della tassa di soggiorno relativa ai giorni di permanenza, che sta poi al gestore della struttura scorporare dal totale e versare, a sua volta, al Comune.

Dall’esito degli accertamenti effettuati dai finanzieri è emerso come in questi anni siano state soprattutto le strutture piccole, spuntate come funghi con il boom in città del turismo ‘mordi e fuggi’ a evadere il tributo. Pochi i casi di irregolarità registrati in relazione ad alberghi ‘veri e propri’ e limitati alle strutture più piccole, con 2 o al massimo 3 stelle. Le attività oggetto del controllo della Guardia di finanza sono comunque tutte regolarmente registrate. Adesso, le indagini delle Fiamme gialle proseguono per capire se, dietro l’omissione del tributo da parte di ciascuno dei titolari delle attività, ci siano soltanto errori o effettivamente anche una volontà di dolo. Tutte le singole posizioni sono state segnalate alla Corte dei conti, che valuterà come procedere per la riscossione dei 186mila euro di tributi evasi.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro