Una questione di metodo di calcolo. Hera conferma la richiesta di rimborso della prima tranche della tassa sugli extra-profitti contestando il metodo di calcolo delle somme da sottoporre a tassazione straordinaria.
Lo spiega l’ad di Hera Comm, Cristian Fabbri, ai consiglieri comunali di Bologna riuniti nella commissione sull’emergenza luce e gas dell’altra mattina.
"Noi non contestiamo la legittimità o meno del fatto che ci sia una tassa sugli extra-profitti, quello che contestiamo è il metodo di calcolo di questa tassa", spiega il manager della multiutility rispondendo alla domanda del consigliere di Coalizione civica, Detjon Begaj.
"Questi sono i motivi per cui andremo a fare ricorso", ripete Fabbri puntando il dito contro il metodo di calcolo, elaborato forse in maniera frettolosa per far fronte a una situazione di emergenza, che, però, rischia di generare degli "elementi distorsivi".
Come nel caso di Hera, sostiene l’ad di Hera Comm: "Nel 2021 per un mese è stata bloccata la fatturazione, perché stavamo facendo una migrazione sui nostri sistemi informativi, nel 2022 quello stesso mese i sistemi funzionavano e abbiamo fatturato: questo differenziale viene considerato un extra-profitto. È chiaro che non lo è. Lo strumento di misurazione degli extra-profitti non è coerente con la natura vera di quanto avvenuto", puntualizza Fabbri, aggiungendo che, di fatto, Hera extra-profitti non ha registrati.
"Se si guarda il nostro bilancio a giugno, risulta che i nostri numeri sono allineati a quelli dello scorso anno, al netto del fatturato. Sa se si guarda alle marginalità sono in linea, a livello di utile netto leggermente più basse. Lo strumento misura per esigenze di tempestività non è stato costruito in maniera efficace per cogliere alcuni elementi distorsivi", conclude.
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