Teatri di Vita riassorbe i lavoratori. In giallo

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di Claudio Cumani

Nessun teatro cittadino, vista la situazione sanitaria, potrà probabilmente aprire i battenti il 27 marzo così come annunciato dal Governo. Ma almeno qualche piccolo segnale simbolico ci sarà: Teatri di Vita, ad esempio, ha deciso di riassorbire, a partire da quella data, i propri 9 dipendenti dalla cassa integrazione. "In questo momento – anticipa il direttore artistico Stefano Casi – servono però proposte strutturali di largo respiro come l’estensione della tax credit nelle produzioni di prosa e di danza". Argomento del quale ha parlato ieri pomeriggio anche l’assessore Matteo Lepore durante un’udienza conoscitiva in commissione al Senato sul difficile periodo della cultura. Per prepararsi all’incontro lui ha tenuto in questi giorni una serie di meeting on line con circa duecento operatori bolognesi, dai quali sono usciti "momenti di riflessione e progettualità". "Nonostante la situazione difficile non sono stati sfogatoi – racconta –. Fra gli addetti è cresciuta una forte consapevolezza".

In attesa di tempi migliori, Teatri di Vita vara stasera alle 21 in diretta sul suo sito e sui suoi social un nuovo progetto che coinvolge 9 studenti pronti a raccontare, a un anno dal primo lockdown, passato e futuro, sconforti e speranze. Il format si intitola Adolescenze in giallo, nasce da un’idea di Andrea Adriatico ed ha la curatela di Katia Ippaso e Stefano Casi. Perché giallo? Perché è il colore di alcune zone al tempo del Covid ma è anche il colore sospeso del mistery o quello liminale dei quadri di Van Gogh nonché il segnale semaforico che determina lo stallo e il movimento. I 9 ragazzi fra i 15 e i 18 anni sono stati individuati in ogni zona d’Italia per raccontare la solitudine e la distanza che hanno patito in questi mesi. Ognuno di loro è protagonista di una video-confessione che confluirà in uno streaming inconsueto di un’ora fatto di citazioni, brani, performance in un mix fra diretta e differita. "È un format assolutamente sperimentale che abbiamo definito inchiesta poetica – spiega Casi –. Non è un documentario, né una performance. Ma soprattutto non è uno spettacolo perché, a nostro avviso, gli spettacoli si fanno solo dal vivo". Katia Ippaso, che già dieci anni fa con il testo Hikikomori aveva affrontato il fenomeno dei giovani in autoisolamento, parla di una partitura costruita attorno ai ragazzi confusi fra didattica a distanza, nuove timidezze e relazioni virtuali. Due fra gli studenti coinvolti sono di Bologna. Lei, Sara, 17 anni, fa il Sabin e nel periodo di ‘reclusione’ ha scritto un romanzo a quattro mani con una compagna grazie al web; lui, Constantin, un anno in più, frequenta il Pacinotti e sogna di lavorare nella finanza a New York. Adolescenze in giallo è la prima tappa di un più ampio progetto di ‘teatro di reportage’ attento a indagare le fasce di popolazione più fragili che metterà a confronto quattro categorie con altrettanti colori dei Dcpm. Così nelle prossime settimane arriveranno sul sito format intitolati Anzianità in arancione, Migrazioni in rosso e Normalità in bianco. Ancora autoritratti, con un solo obbligo per i protagonisti: la verità.

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