Terrorismo Bologna, finanziava la Jihad dall'Italia: artigiano arrestato dai carabinieri

L'uomo, un bosniaco di 52 anni, era riuscito a trasferire oltre 50mila euro in Bosnia e Albania per sostenere azioni terroristiche

Bologna, 1 luglio 2022 - Finanziava cellule jihadiste attraverso bonifici che disponeva personalmente e avvalendosi anche dell’aiuto di persone inconsapevoli delle sue reali finalità, riuscendo a trasferire oltre 50mila euro destinati in tutto o in parte a foraggiare azioni terroristiche. Il piano messo in piedi da un cinquantaduenne di origine bosniaca e residente in città è stato però smantellato da un’indagine del raggruppamento operativo speciale dei carabinieri e l’uomo è finito agli arresti domiciliari con anche l’applicazione del dispositivo elettronico di controllo a distanza.

Terrorismo, arrestato artigiano a Bologna
Terrorismo, arrestato artigiano a Bologna

L’inchiesta era partita nei primi mesi del 2020, nell’ambito del costante monitoraggio che i carabinieri compiono da anni sui circuiti radicali di matrice jihadista, con un occhio di riguardo anche a quelli riconducibili all’area balcanica occidentale, che si caratterizza per il rinnovato attivismo espresso dalla sua diaspora in Europa. Il cinquantaduenne, regolare sul territorio italiano, artigiano e titolare di un’impresa individuale operativa nel settore edile, era finito sotto la lente dei militari dell'Arma per la sua radicalizzazione all’islam. Le indagini avevano portato alla luce l’esistenza di preesistenti contatti tra l’uomo e un Imam, anche lui di origine balcanica, già noto alle forze dell’ordine per essere destinatario di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere del 2016 e condannato in Bosnia a sette anni di carcere per incitamento pubblico ad attività terroristiche e reclutamento.

Ulteriori indagini del 2014, infatti, avevano accertato che l’Imam aveva organizzato nel Nord Italia un "tour di preghiera" per reclutare miliziani votati al “jihad armato" da inviare a combattere in Siria e Iraq nelle file dello Stato Islamico e si occupava anche di inviare denaro a cellule jihadiste per il sostentamento di gruppi operanti in Bosnia e per il reclutamento di nuovi combattenti. Il cinquantaduenne, quindi, una volta entrato in contatto con l’Imam si era a sua volta attivato per inviare, attraverso servizi di money transfer, ingenti somme di denaro in Bosnia e Albania, spesso avvalendosi di intermediari incaricati di ritirare il denaro per poi consegnarlo ai veri destinatari, appartenenti alle organizzazioni del jihad globale.

Questi continui trasferimento di denaro, però, non sono sfuggiti all’occhio vigile dei carabinieri che hanno posto fine alla condotto criminale del cinquantaduenne, finito agli arresti domiciliari

 

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