Terzo polo logistico, ora tocca a Bentivoglio

Dopo quello di Altedo e San Pietro in Casale questa volta la richiesta viene da un’azienda che ha già incontrato il primo cittadino

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Spunta un’altra richiesta per realizzare un terzo polo logistico su un’area di 50 ettari, a pochi metri dai due progetti già presentati nei mesi scorsi: quello di Altedo (si parla di oltre 70 ettari) e quello di San Pietro (circa 28 ettari). Stavolta, in una zona dove confinano ben tre comuni, la richiesta è arrivata nel municipio di Bentivoglio. Una società ha già incontrato il sindaco Erika Ferranti per spiegare la propria idea di un polo logistico per la merce di qualità come, ad esempio, il trasporto dei capi di alta moda. In pratica, i tre poli per il trasporto delle merci andrebbero a creare un ‘secondo Interporto’. I terreni interessati dalla nuova richiesta sono sotto Bentivoglio, ma si trovano di fronte al casello autostradale di Altedo. Nell’area, secondo le attuali regole urbanistiche, sarebbe possibile ospitare un polo logistico.

Ferranti, però, ha ascoltato la proposta e espresso le proprie preoccupazioni per le ricadute sul traffico: "Non è una contrarietà la mia, ma ho manifestato i miei dubbi su un’area che già prevede altri due poli logistici e dove, tra camion e dipendenti il via vai di mezzi sarebbe notevole. È vero che si prevede un potenziamento del servizio di trasporto pubblico e che i camion prenderebbero soprattutto l’autostrada, ma è inevitabile che una parte di questo traffico ricada sulla viabilità ordinaria".

Le fa eco Lorenzo Mengoli, consigliere d’opposizione della Città Metropolitana: "Sono previste quattro rotonde al servizio dei primi due poli logistici proposti. A mio modo di vedere non basteranno a convogliare il traffico generato. Inoltre adesso si parla di un terzo polo logistico. In pratica nascerebbe una sorta di secondo Interporto, quando il primo deve essere ancora completato. Evidentemente c’è qualcosa che non funziona. In totale sarebbero 100 ettari di logistica vicino al casello autostradale. Non credo che tutti i camion utilizzeranno l’autostrada e non credo che tutti i dipendenti useranno i mezzi pubblici per andare al lavoro".

Matteo Radogna

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