Test alle badanti, nodo aeroporto. In autostazione gazebo quasi pronto

Per chi arriva dall’Est in bus, la struttura sarà aperta tutte le mattine nel piazzale per fare i tamponi . Al Marconi si vagliano alternative al presidio fisso. Ma prima di partire si attende il piano della Regione.

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di Rosalba Carbutti

Il protocollo sulle badanti, annunciato dall’assessore regionale alla Sanità Raffaele Donini, diventerà realtà nei prossimi giorni. I lavori all’Autostazione delle corriere sono già avanti per predisporre il presidio sanitario, mentre in aeroporto, dove c’è la massima collaborazione, ancora si sta ragionando su come effettuare i controlli.

Ieri, in un incontro tra David Pierinelli, presidente dell’Autostazione, e Paolo Pandolfi, direttore del Dipartimento di Sanità pubblica dell’Ausl, è stata definita l’installazione del gazebo dove verranno fatti i tamponi alle badanti in arrivo dall’Est. Da quanto filtra, dovrebbe essere installato tra oggi e domani, nel piazzale nei pressi dello stallo numero 11. Secondo indiscrezioni, tale presidio sanitario, gestito dalla Ausl, dovrebbe rimanere aperto tutte le mattine e garantirà la misurazione della febbre dei passeggeri scesi dai pullman provenienti da Bulgaria e Romania che trasportano circa 50 persone alla settimana e 200 al mese. Dopo la misurazione della temperatura, sarà la volta del tampone. A quel punto, in assenza di sintomi, la persona potrà rientrare a casa e attendere il risultato del test. Se negativo, dovrà comunque stare 14 giorni in quarantena; in caso contrario, scatterà l’isolamento nelle strutture alberghiere messe a disposizione dalle Aziende sanitarie locali o il ricovero ospedaliero, in base alla condizioni cliniche. A distanza di 7-10 giorni dovrà rifare il tampone.

Ma prima di rendere operativo il gazebo (e, quindi, partire coi test), si dovrà comunque attendere il nuovo piano della Regione che, tra l’altro, comprenderà non solo le assistenti famigliari, ma anche i lavoratori stranieri e i turisti che rientrano da viaggi all’estero. Per questo in Autostazione si sta ragionando anche su una postazione fissa della Ausl che possa fare tamponi anche a chi arriva dai Paesi a rischio.

Ma se in piazza XX Settembre è tutto quasi definito, al Marconi di Bologna dove sono circa 2mila i passeggeri in arrivo ogni sette giorni con voli da Bulgaria, Romania e Ucraina, c’è ancora tanto da fare. Da qui, la difficoltà a definire come gestire i tamponi. Due gli ordini di problemi: al Marconi non atterrano solo bolognesi, quindi difficilmente la sola Ausl della nostra città potrà gestire da sola tutta la partita della prevenzione. In secondo luogo, c’è anche il tema dell’apertura dell’hub sanitario: come fa a rimanere aperto dalle 5 di mattina a mezzanotte ininterrottamente per 17 ore? Per questo si fa strada un’ipotesi alternativa al presidio fisso, puntando su screening basati sui dati e i recapiti delle lavoratrici e lavoratori stranieri inviati dai datori di lavoro. Si tratta solo di ipotesi, anche se – un sindacalista che segue la partita – fa una previsione: "Visto che fra circa un mese chiude l’aeroporto per i lavori alla pista, non credo che il presidio si farà".

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