‘The Children’, attualità del disastro nucleare

Elisabetta Pozzi è al Duse (da oggi a domenica) con il testo della Kirkwood scritto dopo l’incidente alla centrale di Fukushima

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di Claudio Cumani

Quando The Children ha debuttato nel 2016 al Royal Court Theatre di Londra, Greta Thunberg aveva 13 anni. Ma le questioni sollevate dal testo (poi approdato a Broadway) della giovane drammaturga inglese Lucy Kirkwood rispecchiavano i temi che sarebbero stati dell’attivista svedese: la crisi ambientale, il cortocircuito generazionale, l’incertezza sul futuro proprio e su quello del pianeta.

La scrittrice – di cui il premio Oscar Olivia Colman scelse di interpretare il dramma Mosquitos – ha scritto The Children dopo l’incidente nucleare di Fukushima del 2011. Si immagina che una coppia di fisici in pensione riceva nel proprio cottage sulla costa inglese la visita di una vecchia amica e collega: è successo un incidente in una centrale nucleare della zona dove i coniugi lavoravano, il rischio di contaminazione è alto, l’acqua non potabile, l’elettricità assente...

Ctb di Brescia e La Contrada di Trieste hanno scommesso la scorsa stagione sulla novità di Kirkwood, affiancando alla protagonista Elisabetta Pozzi due attori come Giovanni Crippa e Francesca Ciocchettini. Andrea Chiodi firma la regia. L’allestimento è al Duse da oggi a domenica.

Signora Pozzi, si può dire che lo spettacolo sottolinea in primo luogo il senso di responsabilità che ognuno di noi deve avere di fronte a catastrofi come quelle che la vicenda racconta?

"È così. Kirkwood ha scritto questo testo a 26 anni, scegliendo di occuparsi di una questione allarmante. Ha raccolto pensieri sulla responsabilità delle azioni spiegando che tutti, ma proprio tutti, siamo sulla stessa barca. E non solo a causa della globalizzazione. Qui parliamo della responsabilità di chi ha costruito un futuro di sogno che è rivelato un futuro di morte".

Come è nata la scelta di questa messainscena?

"È stato in un certo senso il pubblico a decidere. Ogni anno a Brescia si leggono in teatro testi di drammaturgia contemporanea per raccogliere giudizi dagli spettatori. Children è stato molto apprezzato. Sembra di assistere a una commedia basata su rapporto amoroso e una strana amicizia, poi il bersaglio diventa un altro".

Lei è una celebrata interprete dei classici che ama gli scrittori contemporanei. Perché?

"Avendo interpretato grandi tragedie e personaggi mitici, credo che i dilemmi attuali rimandino alle figure del teatro greco e ai temi fondamentali dell’umanità. Un testo come questo è una sorta di chiamata all’azione della nostra generazione rispetto ai figli e ai figli dei figli".

Che salute gode il teatro dopo la pandemia?

"Dobbiamo tutti fare uno sforzo importante per cercare un nuovo pubblico. Molte persone in età danno segni di abbandono ed è necessario coinvolgere sul serio i giovani. Inoltre, un certo tipo di teatro fatica anche perché nelle platee cresce il richiamo dei personaggi tv e delle proposte di intrattenimento".

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