PIERFRANCESCO PACODA
Cronaca

Timothy Brock, musica nuova a un film antico

Il maestro stasera e domani al Duse con l’Orchestra Senzaspine per ’Steamboat Bill, Jr’, capolavoro del muto con Buster Keaton

Timothy Brock dirige l’Orchestra per la proiezione del capolavoro di Charles Reisner. restaurato

Timothy Brock dirige l’Orchestra per la proiezione del capolavoro di Charles Reisner. restaurato

È una collaborazione sempre più stretta quella tra il compositore e direttore d’orchestra americano Timothy Brock e la bolognese Orchestra Senzaspine. Dopo il successo della messa in scena, lo scorso anno, delle musiche di ’College’, oggi e domani (ore 21), la formazione sinfonica arriva al Teatro Duse di via Cartoleria, con la rappresentazione di ’Steamboat Bill, Jr’, capolavoro del cinema muto del 1928 diretto da Charles Reisner e interpretato da Buster Keaton. La pellicola è stata restaurata dalla Cineteca di Bologna.

Maestro Brock, di ’Steamboat Bill, Jr’ non c’era memoria sonora.

"Vero. Per la pellicola che presenteremo oggi e domani al Teatro Duse non esisteva alcuna traccia musicale scritta, non abbiamo trovato indicazioni sull’eventuale accompagnamento che veniva eseguito durante le rappresentazioni. Quindi, in questo caso, si tratta di una partitura inedita, del tutto originale, pensata e scritta oggi per un’opera cinematografica di quasi cento anni fa".

Che metodo di lavoro ha utilizzato?

"La scrittura complessiva è solo il punto di arrivo di un lavoro artigianale, che procede attraverso diverse fasi. Bisogna scansionare fotogramma dopo fotogramma il film, perfettamente restaurato dalla Cineteca, e costruire una dimensione sonora che faccia da sfondo all’azione, senza mai sovrastarla o immaginare che possa diventare, come spesso succede nel cinema moderno, la protagonista. L’obiettivo non è assolutamente attualizzate la pellicola. È un’opera di ingegno senza tempo, occorre restituirne la fruizione con una musica che il pubblico deve percepire come se film e colonna sonora fossero nati insieme e non fossero invece figli di due epoche diverse".

Come ci riesce?

"Studiando la personalità del regista, Charles Reisner, e, ovviamente, quella del meraviglioso Buster Keaton, che qui offre una delle sue più grandi prove d’attore. Mi sono messo al servizio della sua gestualità, accompagnandola con la maggior leggerezza possibile e non ‘approfittando’ della musica per esaltarla. Perché non ce n’era bisogno".

C’è stata qualche particolare fonte di ispirazione per la composizione della colonna sonora?

"La mia musica è sempre il risultato di infinite suggestioni e dei tanti ascolti che, inconsapevolmente, riverso poi nei lavori che faccio. In questo caso, in realtà, avevo in mente una dimensione più ampia, quella che affonda le sue radici nel grande patrimonio della musica americana, quella tradizionale, in particolare. Mi sembra che questa attenzione emerga nel lavoro, proprio in termini di suoni, penso a quello del banjo, che hanno forte capacità evocativa e ci trasportano nella terra dove è ambientato il film, con elementi a tratti folklorici".

Elementi che lei ha affidato, ancora una volta all’Orchestra Senzaspine.

"Questi ragazzi continuano a stupirmi, ogni volta che lavoriamo insieme, e a affascinarmi. Hanno grande competenza strumentale, sono tutti dei virtuosi, importanti personalità capaci però sempre di fondere la loro bravura individuale in un sentire collettivo. Hanno un grande cuore, e lo hanno riversato con entusiasmo nelle musiche che eseguiremo al Teatro Duse"