Torna a casa dipinto rubato nel 1946

L’olio, riconosciuto dai carabinieri a un’asta, è stato riconsegnato alla chiesa di San Ruffillo alla presenza di Zuppi

Migration

Settant’anni dopo, la ’Madonna di Loreto in gloria di angeli con San Sebastiano e San Rocco’ torna a casa. Il Comando per la Tutela del patrimonio culturale dei carabinieri, con il comandante tenente colonnello Giuseppe De Gori, ha infatti restituito il prezioso dipinto del Seicento alla Chiesa di San Ruffillo e a don Roberto Castaldi, ieri sera, alla presenza tra gli altri del cardinale Matteo Zuppi. L’olio su tela, attribuito agli allievi di Ludovico Carracci e dichiarato disperso durante la Seconda Guerra Mondiale, era stato recuperato dal Nucleo a ottobre 2021.

L’accurata attività di indagine è stata sviluppata dai carabinieri dopo che questi erano venuti a conoscenza, durante una regolare attività di controllo, della vendita di un’importante pala d’altare di probabile provenienza emiliana in una casa d’aste italiana. Nonostante l’immagine dell’opera non fosse registrata nella banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti gestita dal comando, i meticolosi accertamenti condotti hanno permesso di appurare che il dipinto, benché messo in vendita con la generica indicazione di "pala d’altare di maestro marchigiano degli inizi del XVII secolo", altro non era che la preziosa opera bolognese. Opera conservata almeno fino alla fine del 1946 nella chiesa di San Michelino, in cui era stata trasferita per salvarla da razzie e bombardamenti durante il conflitto mondiale.

Fondamentale, per le indagini, il catalogo delle opere d’arte del professor Federico Zeri, custodito dall’omonima Fondazione bolognese dell’Università.

Grazie alla catalogazione del bene operata dall’illustre studioso, nel periodo dal 1920 al 1950, si poteva acquisire la fotografia dell’epoca, confrontarla con quella del dipinto in vendita e riscontrarne la perfetta corrispondenza con la pala d’altare che all’epoca del rilevamento si trovava sul primo altare a destra" della Chiesa di San Ruffillo.

A fugare ogni ulteriore dubbio poi sono state le ricerche storico-artistiche dell’Arcidiocesi, che consultando gli archivi ecclesiastici ha riscontrato sia l’avvenuta scomparsa del dipinto sia l’antica iscrizione del bene nell’inventario storico dei beni dell’Arcidiocesi. Le investigazioni, coordinate dal sostituto procuratore Marco Forte, hanno così permesso di confermare che l’opera, acquistata oltre trent’anni fa da una famiglia bolognese, era proprio quella trafugata. La Procura ha infine disposto il dissequestro del prezioso dipinto, consentendo così all’Arcidiocesi di restituirlo alla collettività in occasione della festa della parrocchia di San Ruffillo e di poterlo esporre, dopo un necessario restauro, all’ammirazione dei fedeli.

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro