
Torna ’Youngabout’, il cinema si fa giovane
Potendo vivere nei film scelti dalle fondatrici di Youngabout Festival – che ritorna dal 24 novembre al 7 dicembre-, si troverebbe un mondo ‘ideale’. Non che di storie tristi o difficili non ce ne siano, o che non esistano il conflitto e l’ingiustizia, ma tutto rema verso la virtù, che si può scoprire anche dopo un lungo viaggio verso la conoscenza di se stessi. C’è fede nel cambiamento. Qui sono gli ideali che contano, il rispetto per l’ambiente e per il prossimo, l’aspirazione alla legalità, alla fiducia, al sogno, alla creatività che cura, alla voglia di vivere. Bologna è fortunata perché c’è un festival di film per ragazzi che in 17 edizioni ha portato in sala a vedere film importanti già 48mila futuri adulti, 3mila ogni anno. E per arricchire ancor di più il programma, ecco che quest’anno ci saranno tre giornate di anteprima già da oggi al 10 novembre in cui si giocheranno alcuni degli appuntamenti più attesi: l’incontro con il regista Gianni Di Gregorio che il 9 terrà una lezione d’autore alle 9,30 all’Odeon e venerdì a Palazzo d’Accursio alle 18,30 la consegna del premio Angelo Vassallo a Giovanni Paparcuri, unico sopravvissuto tra le guardie del corpo all’attentato che costò la vita al giudice Rocco Chinnici e collaboratore di fiducia di Falcone e Borsellino: un pozzo di memoria.
Oggi, invece, sempre all’Odeon alle 9,30, verrà proiettato Hacking Justice: Julian Assange di Clara Lopez Rubio e Juan Pancorbo, una figura che sta a cuore all’associazione creatrice del festival, Gli anni in tasca, che ha raccolto 1200 firme per chiedere al nostro sindaco la cittadinanza onoraria a Bologna per il giornalista e attivista incarcerato. Il festival dedicato agli under 20 e ai piccolissimi con rassegna al Rialto, entrerà nel vivo, anche con programmazioni pomeridiane per tutti, dal 24 novembre e tutti i film arrivano da grandi festival, già visionati e amati da Angela Matrolonardo, direttrice artistica.
Tra questi una scelta convinta di tenere, anche in questo momento critico in medio oriente, il titolo Delegation (Ha’ Mishlahat) di Asaf Saban, visto lo scorso febbraio a Berlino. "Si tratta di un regista di sinistra, critico verso il governo israeliano– spiega Mastrolonardo – e nel suo film racconta il terrore inculcato agli studenti israeliani che vengono bombardati con la propaganda che ripete quanto il mondo li odi, quindi è un film atto di ribellione perché i giovani vogliono la pace e non la vendetta". Altri titoli: quelli sulla lotta per la salvaguardia dell’ambiente e l’amore per la natura come Martin and the magical forest (foto) di Petr Oukropec e School garden di Mark Verkerk o sull’immigrazione come Totem di Sander Burger e la potenza salvifica dell’amicizia, Adventures in the land of Asha di Sophie Farkas Bolla.
Benedetta Cucci