Cua contro i tornelli in biblioteca e la direttrice. “Garantiscono sicurezza”

Gli studenti riaprono il 36 di via Zamboni per contestare. Francesca Tommasi: “Serve un rodaggio”

Il cartello affisso fuori dalla biblioteca di Lettere in via Zamboni 36 (Foto Schicchi)

Il cartello affisso fuori dalla biblioteca di Lettere in via Zamboni 36 (Foto Schicchi)

Bologna, 24 gennaio 2017 - Il Collettivo universitario autonomo (Cua) replica, e come lunedì spalanca la porta principale della biblioteca di Discipline umanistiche al 36 di via Zamboni. L’’apertura’ della biblioteca è stata decisa per protestare contro il nuovo sistema di accesso, che prevede che si possa entrare solo da una porta automatica, che si apre strisciando il badge dell’Università.

Tutto si è svolto, finora, senza scontri, e al momento, tolti due agenti della Digos di fronte alla biblioteca, non ci sono rappresentanti delle Forze dell’ordine in zona. Nel frattempo gli studenti, poco più di una ventina, stanno tappezzando la porta spalancata poco fa di cartelli con scritte come “il 36 non è una banca. No ai tornelli, w il 36 libero”. Secondo giorno di protesta contro i tornelli alla biblioteca di Discipline umanistiche in via Zamboni. E l’Alma Mater di Bologna non esclude la possibilità di rivedere il sistema di controllo degli accessi.

A dirlo è la direttrice della biblioteca, Francesca Tommasi. Tommasi spiega che servono “alcuni giorni di verifica di funzionamento della macchina” e che, viste le proteste, sarebbe anche “opportuno e necessario un confronto con gli studenti” per cercare “un sistema che accontenti tutti. Se così non sarà - aggiunge la direttrice - potremmo pensare anche ad altre soluzioni. Ma per adesso dobbiamo far funzionare e rendere il più efficiente possibile quello che abbiamo”. Secondo Tommasi, infatti, i tornelli all’ingresso della biblioteca sono necessari per motivi di sicurezza. “Abbiamo avuto furti, episodi di spaccio - elenca la direttrice - il personale ha paura e gli studenti si lamentano perché non si sentono a loro agio”. Quindi, “un problema sicurezza c’è: dobbiamo garantire il benessere e l’incolumità di tutti”.

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