Tosiani "Candidato e alleanze entro Natale Dialogo doveroso anche con il M5s e i civici"

Il segretario del Pd nel Salotto di Patrizia Finucci Gallo: "Ci sono tutte le condizioni per convergere su una proposta unitaria"

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di Luca Orsi

Si descrive come il playmaker, che nel basket "deve fare giocare bene tutti", per poi fare l’assist "a chi farà l’ultimo tiro". Quello decisivo. Luigi Tosiani, segretario provinciale del Pd, sceglie una metafora cestistica per descrivere il suo ruolo in vista della scelta del candidato sindaco per il 2021: "Ora ascoltiamo la nostra comunità, dai circoli ai quartieri, con umiltà". E l’ascolto "non è un rito stanco, tanto per fare". Alla fine si tireranno le somme. Cioè "si aprirà la fase sui nomi", per arrivare, "senza ansie né assilli", al confronto su chi sarà il prescelto, spiega Tosiani, ospite martedì scorso di un incontro pubblico nel Salotto di Patrizia Finucci Gallo, all’hotel Il Guercino.

A quando, la scelta?

"Non ci metteremo tantissimo. Per Natale avremo candidato e coalizione".

Candidato unitario o primarie?

"Lavoro giorno e notte per costruire le condizioni per una scelta unitaria: darebbe forza al Pd. Credo che queste condizioni ci siano".

Si parla già di una convergenza sul nome di Matteo Lepore.

"Un politico deve commentare la scena, non i retroscena".

Se ci fosse già un’intesa, lo direbbe?

"Se dovessimo trovare oggi le condizioni dell’unità su un candidato, saremmo i primi ad andare negli organismi dirigenti a renderle visibili".

Se non si trovasse la quadra e l’emergenza Covid impedisse le primarie?

"Ci sono organismi deputati a decidere che rappresentano migliaia di iscritti ed elettori. Proveremo a tenere ampia la base di discussione".

I papabili mordono il freno.

"Non mi aspettavo certo una discussione fatta di silenzi e attese. E la discussione, fatta alla luce del sole, ha prodotto idee. Che è giusto che ci siano".

Qualcuno ha tentato brusche accelerazioni, che lei ha dovuto frenare.

"Noi continuiamo il percorso con la nostra andatura. E tutti i possibili candidati si riconoscono nel percorso che stiamo facendo".

Nessuna tirata d’orecchie?

"Non serve. Ma dico a tutti: prima viene la città, poi l’interesse della comunità che si rappresenta, poi le legittime aspirazioni personali. Se arrivasse a una guerra di nomi e cognomi, sarà mio dovere richiamare tutti al senso di responsabilità".

Se l’emergenza sanitaria lo consentirà, ritiene possibili primarie di coalizione?

"Io per primo ho lanciato questa suggestione. In queste settimane stiamo verificando se c’è l’interesse a farle".

Nel caso, alcuni circoli della provincia chiedono primarie metropolitane.

"C’è un problema di platea. Perché la platea che eleggerà il sindaco è solo quella di Bologna".

Alberto Aitini, assessore e candidato in pectore, invita il Pd a non chiudersi, per evitare una sconfitta, come nel 1999.

"Pur facendo i debiti scongiuri, il ’99 non lo vivo come uno spettro. In ogni caso dobbiamo vincere, essere all’altezza della sfida, non esorcizzare".

Lei punta a una coalizione ampia. Pensa anche al M5s?

"Porta aperta al dialogo sui contenuti con il M5s. Abbiamo l’onere di verificare le possibilità di discussione con ogni istanza compatibile con noi".

Poi c’è la variabile Giancarlo Tonelli, direttore Ascom, che guida un movimento civico.

"Penso che un’apertura alle fasce più civiche e moderate, capaci non solo di protesta ma anche di proposta, sia assolutamente doverosa".

Chi altri vedrebbe bene nella coalizione?

"Mi rifaccio allo schema Bonaccini: una sinistra che accetta la sfida di governo, forze civiche e moderate, gli ambientalisti, i laici, la ventata d’aria nuova dei giovani di Volt...".

Dal centrodestra, ancora, non filtrano possibili candidati.

"Non hanno ancora una proposta di contenuto, non dico di candidato. Aspetteranno la nostra scelta. E alla fine chi sarà il candidato lo decidono Salvini, Meloni e Berlusconi".

Che idea si è fatto?

"Rispettiamo e guardiamo con attenzione le scelte del centrodestra. La città non è vinta, non esistono più zone rosse".

In caso di vittoria, che giunta si augura di vedere?

"Una squadra di sindaci. Cioè assessori che sarebbero in grado di fare il sindaco".

Quali le priorità per Bologna, nei prossimi cinque anni?

"Lotta serrata alle diseguaglianze: la soglia di povertà si sta pericolosamente abbassando e chi governa la città deve dare risposte a chi è in difficoltà. E poi svolta ambientale ed ecologica, e radicali investimenti sulla sostenibilità e sulla cultura".

Qualcuno le imputa un carattere eccessivamente mite. Cosa risponde?

"Preferisco costruire che distruggere. Non mi vedrete mai tuonare con esternazioni feroci. Ma sbaglia chi scambia la mia mitezza, i toni educati e la propensione al dialogo, per debolezza di idee o valori".

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