CHIARA GABRIELLI
Cronaca

Toyota, c’è la richiesta di incidente probatorio

È stata depositata ieri la richiesta di incidente probatorio annunciata nei giorni scorsi dai legali dei rappresentanti di Toyota Material...

È stata depositata ieri la richiesta di incidente probatorio annunciata nei giorni scorsi dai legali dei rappresentanti di Toyota Material Handling - tra cui l’amministratore delegato Michele Candiani - indagati per omicidio colposo e lesioni colpose gravissime dalla Procura di Bologna in relazione all’esplosione avvenuta lo scorso 23 ottobre alla Toyota Material Handling di Borgo Panigale, che provocò due morti, gli operai Fabio Tosi e Lorenzo Cubello, e 13 feriti. Lo scorso 30 maggio era previsto il conferimento dell’incarico per lo svolgimento di una consulenza tecnica irripetibile a quattro esperti individuati dalla pm bolognese Francesca Rago e ai consulenti eventualmente nominati dai 12 indagati e dalle parti offese, conferimento che però è saltato proprio il giorno prima, perché gli avvocati Alessandro Pistochini, Chiara Piccaglia e Claudio Piccaglia hanno comunicato l’intenzione di chiedere un incidente probatorio. In quell’occasione, i tre legali avevano affermato che i loro assistiti avevano "il desiderio di contribuire ad accelerare i tempi di accertamento dei fatti", aggiungendo che l’incidente probatorio "è l’unico modo per acquisire subito, senza dover attendere il dibattimento e attraverso periti terzi nominati dal giudice, riscontri tecnici obiettivi e non funzionali a supportare tesi di parte". La richiesta è stata appunto depositata ieri, e ora gli avvocati la notificheranno alle altre parti perché possano svolgere le loro deduzioni, in vista della successiva decisione del gip sull’accoglimento o rigetto della richiesta stessa. Se la richiesta di incidente probatorio sarà accolta, per svolgere gli accertamenti il giudice nominerà uno o più periti, che saranno affiancati dai consulenti nominati dalle parti.

La Procura aveva disposto la consulenza per stabilire, tra le altre cose, se l’impianto di climatizzazione che esplose il 23 ottobre fosse in qualche modo pericoloso, per caratteristiche e modalità di utilizzo, se la scelta delle ditte che ne curarono la progettazione, l’installazione e la manutenzione fu fatta con criteri adeguati e se la progettazione e l’installazione furono realizzate in maniera corretta. Scopo dell’accertamento sarebbe stato ricostruire la dinamica dei fatti e ricomporre l’impianto interessato dall’esplosione, in particolare la centrale termico-frigorifera a cui era collegato un serbatoio dal quale si ipotizza sia partito lo scoppio.

c. g.