Bologna, 27 settembre 2023 - Maxi operazione anti droga, avvenuta tra San Benedetto Val di Sambro e il quartiere Santa Viola di Bologna, quella dei carabinieri della Compagnia di San Lazzaro con la Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna. L’operazione, nella giornata di ieri ha portato all’emissione di 12 misure cautelari (tre arresti in carcere, quattro arresti domiciliari e cinque obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria) per un totale di diciannove indagati di età compresa fra i 24 e i 62 anni. Si tratta di italiani e marocchini, tutti pregiudicati, che a vario titolo sono accusati dei reati di traffico di droga, ricettazione e detenzione di armi.
Tutto è iniziato a seguito della morte, avvenuta a Granarolo, della 40enne Viola Minguzzi, avvenuta per un’overdose di droga. Da lì i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di San Lazzaro, competente per territorio, hanno iniziato ad indagare sulla rete di spaccio che girava attorno a questo decesso. Da qui, dunque, è partita un’ulteriore indagine, quella attuale conclusasi con l’emissione delle suddette misure cautelari, che si è concentrata nel pieno periodo Covid nella primavera 2020.
Questa indagine ha permesso di evidenziare due nuclei di spaccio importanti poi risultati collegati tra loro. I militari sono partiti dapprima mettendo in luce un gruppo composto prevalentemente da tre individui marocchini che, di base a San Benedetto Val di Sambro, gestivano un traffico di droga tra l’Appennino e la città.
Un gruppo che, a sua volta, si appoggiava a tre individui marocchini, di base a Bologna. Gruppo quest’ultimo che è stato di difficile identificazione e che ha necessitato di svariati pedinamenti ed intercettazioni video ambientali: i tre soggetti infatti non avevano mai ruoli ben distinti, a volte erano galoppini, a volte grossisti. A rendere ancora più complicato lo smantellamento di questo gruppo anche il fatto che gli aiutanti di questi soggetti erano spesso infedeli nei confronti del ‘capo’ e cercavano di fregarlo per mezzo degli altri grossisti.
La droga, inoltre, spesso veniva nascosta nei boschi dell’Appennino per evitare rischi in caso di perquisizioni domiciliari. Dopo mesi di indagini questi tre trafficanti di base a Bologna hanno portato ad un intermediario clou per l’indagine: un ex avvocato di Bologna, un 45enne umbro, ora radiato dall’Albo e già finito arrestato anche in un’indagine precedente per droga.
L’uomo ha permesso ai militari di evidenziare il collegamento con un altro gruppo di spacciatori con sede a Santa Viola e precisamente all’interno dell’abitazione del grossista di riferimento: un 25enne italiano (ora in carcere) che vive con la sorella minore e la famiglia. Il giovane gestiva un intenso traffico di droga sul territorio bolognese: dalle intercettazioni sono state evidenziate oltre mille cessioni di droga per mano di sodali del 25enne.
Cessioni che, spesso, avvenivano nei pressi dell’abitazione di Santa Viola, a volte anche tramite il lancio di ‘pezzi’ o palline di stupefacente dalla finestra dell’abitazione del 25enne. Le indagini sono proseguite capillarmente per comprendere il funzionamento di questi gruppi si è concluso con le misure cautelari emesse dal gip Flavio Lazzarini.
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