"Tragedia in canoa, l’allenatore non ha colpe"

Inchiesta sulla morte del 17enne Alessandro Ferriani, le testimonianze dei tecnici alleggeriscono la posizione dell’istruttore capo

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Durante un allenamento in canoa, l’allenatore capo deve stare vicino agli atleti, almeno a portata d’occhi, o basta che dia le linee guida al tecnico in acqua, senza partecipare all’allenamento? Un quesito decisivo per le indagini sulla morte di Alessandro Ferriani, il giovane di 17 anni annegato il 1° febbraio 2019 nel Reno, a valle della Chiusa di Casalecchio, durante un allenamento col Canoa club Bologna. Per l’allenatore capo, accusato di omicidio colposo e difeso dall’avvocato Fabio Pancaldi, il pm Antonello Gustapane chiese l’archiviazione, ma poi il gip Alberto Gamberini dispose nuove indagini dopo l’opposizione della famiglia Ferriani.

Opposizione che faceva perno proprio sul regolamento che prevederebbe la presenza in allenamento dell’allenatore capo, mentre lui quel giorno rimase alla sede del club. Ma l’esito delle testimonianze di due tecnici – il responsabile della formazione e il presidente della Federazione italiana canoa e kayak –, richieste proprio dal gip, spiegano che certo, l’allenatore capo deve "gravitare nell’area societaria" per dare indicazioni tecniche all’istruttore in acqua coi ragazzi, ma non deve avere un "controllo visivo" del loro lavoro né la sua presenza con loro è "obbligatoria e indispensabile", anche data la prossimità dell’incidente con la sede della società. Inoltre, "la Fick è agli ultimi posti della classifica per incidenti delle 45 federazioni sportive", dunque "la presenza di due istruttori non avrebbe potuto abbattere il rischio verificatosi", anche perché entrambi hanno la medesima formazione dal punto di vista della sicurezza, chiariscono i tecnici. Insomma, uno spiraglio a favore dell’allenatore in capo ora indagato. "Spiraglio che mi auguro possa ricomporre, attraverso la giustizia, un’amicizia che fino a quel tragico pomeriggio era molto forte tra ragazzi ora ’avversari’ in aula", chiarisce l’avvocato Pancaldi. Unico imputato per l’omicidio colposo di Ferriani è a oggi il giovane istruttore quel giorno in canoa con gli atleti, mentre nei mesi scorsi è stata rigettata pure la richiesta di archiviazione nei confronti del presidente della società sportiva e del responsabile regionale della formazione.

Federica Orlandi

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