Tram Bologna: a Borgo Panigale la rabbia dei cittadini

Dopo le lettere di esproprio: "Sconvolgerà tutta la zona e invece nessuno lo vuole, perché andare avanti?"

Paolo Mantovani, uno degli espropriati per il  tram a Borgo Panigale

Paolo Mantovani, uno degli espropriati per il tram a Borgo Panigale

Bologna, 14 gennaio 2021 - Da una vita lavora con le auto sul bordo del marciapiedi, davanti alla sua officina, intento a ricaricare una batteria o a sistemare i difetti al motore di chi si ferma in cerca di aiuto. Paolo Mantovani, elettrauto in via Emilia Ponente, è uno dei bolognesi che si sono visti recapitare una lettera in merito agli espropri in arrivo per fare spazio alla nuova Linea Rossa del tram, nel cuore di Borgo Panigale.

Mentre l’amministrazione accelera e tira dritto con il maxi progetto della linea tranviaria, residenti e commercianti alzano ancora la voce per ribadire un secco ‘no’ alla rivoluzione con cui Palazzo d’Accursio vuole dare un nuovo volto alla mobilità bolognese.

"Proprio qui ci sarà la corsia unica che affiancherà le rotaie del tram – sottolinea Mantovani indicando la porzione di strada –. Un progetto di cui non si sente nessun bisogno, soprattutto dopo i grandi investimenti realizzati per le linee di filobus e in un momento delicato come questo, segnato dalla pandemia: perché non utilizzare quei finanziamenti, seppur vincolati, per scopi più utili?". Mantovani è uno dei tanti cittadini di Borgo Panigale pronti a vedere il tram sfrecciare dentro le proprie vite, tra chi abita nelle immediate vicinanze del percorso prestabilito e chi possiede un esercizio commerciale.

"A me porteranno via un pezzo di terreno – aggiunge Mauro Bartolini, storico edicolante –: diventerà impossibile fermarmi a scambiare quattro chiacchiere con i clienti che arrivano a comprare il giornale, lo spazio sarà pochissimo". Proprio a due passi dal ponte della Tangenziale, dove due anni e mezzo fa si è assistito al tremendo scoppio del 6 agosto che ha provocato due vittime, c’è chi ora lavora a fatica a causa del Covid e, se guarda al futuro, nutre diverse preoccupazioni.

"E’ già un periodo tremendo – puntualizza Guido Milesi, del ristorante ‘Il randagio’ –: non c’è nessuna necessità di continuare con il progetto del tram, a cui tanti continuano ad opporsi". Trovare qualcuno d’accordo con l’idea di veder riproposta la linea tranviaria a Bologna, così come 50 anni fa, è difficile. "Si finirebbe soltanto per stravolgere completamente il volto e la viabilità della zona - fa eco Anna Cacciola dal suo tabacchi -, mentre tanti altri problemi continuerebbero a tormentarci".

Dalla parte delle proteste dei cittadini inferociti, da sempre schierati con i comitati anti-tram (poi confluiti dentro la nuova lista ‘Amare Bologna’) si schiera a gran voce Confabitare: il presidente Alberto Zanni promette di sostenere i bolognesi in rivolta contro il progetto. "Dopo la riunione di stamattina (ieri, ndr) siamo pronti anche a procedere con una ‘class action’ che coinvolga tutti gli espropriandi: siamo convinti saranno molte le voci a unirsi alla nostra perché nessuno vuole questo progetto - sferza Zanni -. E li assisteremo a livello legale, perché nessuno deve raccontarci la favola che un esproprio equivale ad agganciare qualcosa a un muro, ma significa portare via ai bolognesi una parte di terreno, dove abitano e lavorano. Lavori per quattro anni? Noi ne stimiamo almeno una decina".

"Abbiamo pronta anche la documentazione per rivolgerci al Tar - conclude Zanni -, mentre sarà importante durante le prossime elezioni Comunali portare sul tavolo questo tema: noi ci schiereremo sicuramente con chi è contrario al tram, in una sorta di referendum contro il progetto". La partita sarà lunga, ma i toni non accennano ad abbassarsi.

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