Matteo Lepore torna nel ’suo’ quartiere, il Savena, alla Festa dell’Unità delle Due Madonne, e tra selfie e saluti, mette subito in chiaro che sì i disagi ci sono, ma i cantieri del tram non pregiudicheranno il suo bis. Preoccupato per le Comunali 2027? "No", dice col sorriso, "giro a testa alta e incontro tantissime persone. Comprendo ci siano disagi quando si fanno 23 chilometri di tramvia e si devono fare in quattro anni, anziché in 15 come si fa di solito...". Poi torna sulla famosa frase che ha fatto discutere: "Se non finiamo il tram entro il 2026, il Comune fallirà". Il sindaco tranquillizza il popolo Pd: "La destra strumentalizza tutto. Ma – rassicuro – non falliremo perché innanzitutto finiremo i cantieri nell’estate del ’26. Ho solo risposto, con un’ovvietà, a un comitato dei cittadini che mi chiedeva variazioni alla linea rossa in San Donato. Dico la verità: non si può fare".
Lepore, poi, torna sul Passante fermo nel limbo. "Lega e FdI si rincorrono tra chi la spara più grossa, mentre il ministro Matteo Salvini non ci ha ancora convocati. L’unica cosa che è un po’ uscita in questi giorni è che Autostrade presenterà una propria proposta al governo e capiremo come finirà la trattativa su concessioni e tariffe". Morale: "Se l’esecutivo non ci dirà risposte concrete, non ci resterà che intraprendere vie legali e fare una battaglia senza confine per portare a casa quello che ci spetta".
Il sindaco, poi, torna sulla ’battaglia’ sul pronto soccorso di Bazzano dove il Pd e i sindaci dem hanno manifestato contro la decisione della Regione di ridimensionarlo, uno strano caso di ’Pd contro il Pd’. "Il Pd deve fare il Pd, e quindi rappresentare i cittadini. L’autonomia del partito è una cosa importante e il nostro partito non deve guardare in faccia a nessuno, neanche ai suoi amministratori se ritiene che ci siano delle cose da affrontare, vale anche per me. Oggi è in corso una mediazione e credo che si stiano trovando dei punti di convergenza".
Sul partito e il nuovo corso targato Enrico Di Stasi (sarà ufficialmente segretario giovedì), giusto andare oltre alla visione ’bolognacentrica’ "dobbiamo sentirci tutti metropolitani". In chiusura, un riferimento alla segretaria Elly Schlein ("dobbiamo tutti aiutarla") e alla sconfitta al referendum. "I nostri si sono mobilitati, sono andati a votare, il lavoro è una nostra battaglia", dice. Poi in merito al quesito sulla cittadinanza ammette: "Anche tra noi, nelle nostre cucine della festa dell’Unità, c’è qualcuno che ha dubbi sull’immigrazione. Dubbi perché credono ci sia un problema relativo alla regolarità dell’accesso nel nostro Paese. E su questo va fatto qualcosa".