Tram e Passante Cantieri, Cna avverte: "Ristori per i negozi"

L’associazione degli artigiani preoccupata sull’impatto sulle attività. Il presidente Gramuglia: "Città 30, Palazzo d’Accursio ci coinvolga"

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di Mariateresa Mastromarino

Più ascolto alle esigenze delle piccole imprese e degli artigiani, e maggiore attenzione alle attività di vicinato. È questo che chiede Cna alle istituzioni pubbliche e all’amministrazione comunale, per fare in modo che la sinergia e la collaborazione sia sempre più proficua, garantendo aiuto e sostegno alle realtà associate.

"C’è un’ottima relazione con il Comune, e partecipiamo insieme ai tavoli, esaminando la politica industriale – dice Antonio Gramuglia, presidente di Cna –. Ma vorremmo essere considerati nei momenti decisionali, non essere solo informati delle scelte prese".

Un ruolo di maggior rilievo progettuale, quello richiesto dagli artigiani, che hanno un obiettivo ben preciso: "Vorremmo riuscire a riportare le istanze e le esigenze dei nostri associati – specifica Gramuglia –. La nostra è una richiesta di aiuto alle istituzioni, per trovare soluzioni fiscali e per sostenere le piccole e medie imprese". Tra gli obiettivi, stare al fianco del commercio di vicinato, che si è rivelato fondamentale durante il periodo pandemico, e assistere le attività nel passaggio generazionale, sostenendo i giovani imprenditori. I trasporti e la mobilità sono temi cruciali per il futuro del territorio metropolitano. Valorizzare la città, infatti, secondo il presidente, è fondamentale, ma senza andare a scapito delle imprese e delle realtà. "Non siamo contro il Passante e il tram – spiega Gramuglia –. Ma siamo preoccupati per il conflitto che potrebbe nascere tra la politica territoriale e la messa in atto delle attività. Bisogna proseguire sulle infrastrutture, senza perdere tempo". Tempo che è prezioso per le attività che saranno investite dai cantieri del tram: "Bisogna stabilire e trovare dei ristori per le imprese sotto cantiere – aggiunge Gramuglia –. Saranno anni difficili per loro".

Serve, quindi, una politica di mobilità chiara. E in merito alla ‘Città 30’, il presidente dice: "Avremmo potuto partecipare alla decisione con il nostro parere. È corretto garantire sicurezza, ma garantendo a chi lavora di potersi muovere". Le parole di Gramuglia riflettono il pensiero delle mille realtà associate, che hanno risposto all’analisi di indagine semestrale della Confederazione sull’andamento dell’anno che sta per terminare, riportando anche le previsioni sul 2023.

L’anno difficile e complicato non ha abbattuto le piccole imprese bolognesi. Nonostante il caro bollette, l’aumento delle tasse e delle materie prime, infatti, le attività sono rimaste stabili. "I risultati vedono l’andamento del fatturato stabile", spiega il presidente. Il Covid non è più un fattore che incide sulle imprese; continua a essere preoccupante la guerra in Ucraina, così come il costo dell’energia. Per il 2023, invece, si prevede un futuro incerto, che però non deve spegnere l’entusiasmo degli imprenditori. "Dall’analisi – illustra Gramuglia- le imprese non prevedono la riduzione del personale. il 64% non rinvierà gli investimenti programmati". E la Confederazione sosterrà i loro progetti: "Vogliamo ispirare e aiutare la comunità, unendo i sistemi e le tradizioni delle piccole imprese e degli artigiani – conclude Gramuglia- e creando un modello sociale migliore, con al centro le persone".

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