Trapianti Bologna, nuovo macchinario conserva il cuore battente

Al Sant'Orsola il primo intervento cardiochirurgico di questo tipo in regione

Bologna, 27 settembre 2022 - All'Irccs Policlinico Sant'Orsola di Bologna eseguito su un uomo di 65 anni il primo trapianto di cuore prelevato da donatore con il sistema Ocs (Organ care System) - Heart, che conserva il cuore vivo e battente prima dell'intervento ed è anche conosciuto come "il cuore in una scatola". Se ci fosse bisogno, il dispositivo innovativosi attiva anche a livello di cura. 

È la prima volta che viene utilizzata questa tecnologia in Emilia-Romagna. 

Intervento innovativo al Sant'Orsola di Bologna: la presentazione (FotoSchicchi)
Intervento innovativo al Sant'Orsola di Bologna: la presentazione (FotoSchicchi)

Il sistema Ocs, prima apparecchiatura portatile al mondo di perfusione cardiaca, grande come un carrello e trasportabile facilmente in ambulanza o in elicottero, è stato donato al Policlinico universitario di Bologna dalla Fondazione Sant'Orsola, grazie a 225mila euro raccolti. Si tratta di una delle più recenti tecnologie nel campo dei trapianti, in Italia usata finora dall'azienda ospedaliera S. Maria della Misericordia di Udine, dall'ospedale di Padova e dal Niguarda di Milano.

Il paziente operato al Sant'Orsola a fine agosto era assistito da due anni con un dispositivo ventricolare Vad. Oggi sta bene ed è stato dimesso dalla terapia intensiva. A eseguire l'intervento l'équipe del professor Davide Pacini, direttore della Scuola di specializzazione di cardiochirurgia.

"Questa nuova tecnologia consente alla Cardiochirurgia - sottolinea Pacini - di eguagliare gli standard dei più prestigiosi centri di trapianto cardiaco europei e statunitensi". I vantaggi sono diversi: il cuore può essere trapiantato in sicurezza anche se proviene da un donatore più anziano e le possibilità di trasferimento dell'organo da un ospedale all'altro sono ampie.

"Il Sant'Orsola è il primo centro trapiantologico di cuore in Italia: nel 2021 abbiamo trapiantato 31 organi, nel 2022 siamo già a 22; qui si garantisce la più alta sopravvivenza post-intervento dopo 5 anni (80% contro la media nazionale di 73%) - sottolinea l'assessore regionale alla Salute, Raffale Donini - Questo strumento è un ulteriore elemento a disposizione della nostra eccellenza".

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