"Primo intervento al mondo di sostituzione biologica della protesi metallica con un trapianto di caviglia e del medio piede prelevato da un giovane donatore da parte della banca dell’osso dell’Istituto ortopedico Rizzoli".
Sandro Giannini, 78 anni, emerito dell’Alma Mater, con la sua verve toscana, spiega la sua ultima operazione innovativa, eseguita all’ospedale privato accreditato Villa Laura giovedì scorso.
La storia inizia nel 2009. Il paziente, un giovane scalatore di 39 anni, aveva riportato, in seguito a una caduta durante una scalata, la frattura di due ossa del piede con interessamento delle articolazioni della caviglia e del medio piede. Per la comparsa di una necrosi delle ossa fratturate e per il conseguente dolore e difficoltà nella deambulazione, Giannini lo aveva sottoposto a un intervento, "anch’esso all’epoca innovativo, personalizzato, per sostituzione delle ossa necrotiche con una protesi metallica realizzata con la tecnica 3D. L’ho operato al Rizzoli, dove allora ero direttore della clinica ortopedica".
Passano gli anni e la situazione evolve.
"Il paziente per dodici anni ha svolto una vita normale e ha praticato sport – sottolinea il chirurgo –, poi a causa dell’attrito tra metallo e cartilagine, quest’ultima si è usurata ed è comparsa l’artrosi. Quindi c’era bisogno di un nuovo intervento e il paziente questa volta mi ha chiesto di avere una caviglia non più metallica, ma biologica, con dell’osso vivente. E così è stato fatto, insieme ai miei aiuti, Alessandro Parma e Paolo Barbadoro. Abbiamo sostituito la protesi alla caviglia e anche due ossa del piede, l’astragalo e lo scafoide".
Di questi trapianti il professore Giannini è tra i pionieri in campo mondiale. "Ho eseguito 81 trapianti di caviglia ed è un record europeo, sono il secondo al mondo perché un chirurgo statunitense è a quota 86. Poi altri trapianti donatore di varie articolazioni artrosiche: caviglia, ginocchio, spalla e alluce", precisa Giannini, già presidente della International Federation Foot and Ankle Society (Iffas).
Al paziente, che è già a casa, sottolinea il professore, sarà consentito di fare i primi passi con un tutore e poi di poter riprendere a camminare liberamente dopo un periodo di quattro mesi.
Donatella Barbetta