
Il Triathlon Marconi torna a Bologna con la sua sesta edizione, offrendo un percorso unico tra sport e paesaggi mozzafiato.
Si chiama Triathlon Marconi, è giunto all’edizione numero 6 ed è in programma domenica prossima, 18 maggio. Il sogno di Alberto Lodi, che la gara l’ha ideata e l’ha costruita, pezzo dopo pezzo, è quello di arrivare un giorno a una sorta di Ironman. Fare concorrenza cioè alla prova che si corre nelle Isole Hawaii, a Kona, richiamando migliaia di persone da tutto il mondo. Intanto, però, fermo restando che questo triathlon ha la formula olimpica (1,5 chilometri a nuoto, 40 in bici e 10 di corsa), c’è un aspetto che rende questa competizione unica nel suo genere.
Offre ai partecipanti la possibilità di nuotare avendo come sfondo uno scenario particolarmente suggestivo: la sagoma della Basilica di San Luca, i colli e i colori bolognesi. Già, i partecipanti: ancora una volta la polisportiva Porta Saragozza di Filippo Bernardini, che organizza la corsa, metterà insieme almeno quattrocento triathleti. Quasi la metà da Bologna e provincia (ci sono almeno una decina di società che praticano questa disciplina tanto affascinante quanto faticosa), il resto da Veneto, Toscana e Lombardia. Ma una telefonata è arrivata anche da Palermo a dimostrazione di come il Triathlon Marconi – il via sarà dato alle 10 – si stia facendo conoscere in campo nazionale. La prova, che scatterà da via Pila, a Borgonuovo di Sasso Marconi, aveva anche oltrepassato i confini italici, poi, il Covid qualche strascico (con meno richieste dall’estero) l’ha lasciato.
Alla fine, appunto, dovrebbero essere quattrocento gli atleti – la polisportiva Porta Saragozza potrebbe reggere l’urto fino a 500 – e un centinaio le persone lungo il percorso. Un’ottantina i volontari della polisportiva, poi i Vigili del Fuoco per la prova in acqua e gli agenti di polizia municipale lungo le strade e il percorso. Il più famoso atleta al via potrebbe essere Massimo Cigana, 51 anni compiuti da poco, uno che, da ciclista, ha pedalato fianco a fianco con la leggenda Marco Pantani per la Mercatone Uno.
Ma come si è arrivati all’organizzazione di questa gara? "Sono un appassionato di triathlon – dice Alberto Lodi, responsabile della polisportiva Porta Saragozza per questa disciplina –, mancava una manifestazione del genere a Bologna e correndo tra Casalecchio e Sasso Marconi sono sempre rimasto affascinato dal laghetto che va sotto il nome di Bacino Reno Vivo". Laghetto alimentato non dal Reno, come sembrerebbe dal nome, ma dal Rio d’Eva, che scenda da Mongardino. E che offrirà, nella frazione a nuoto, lo scenario suggestivo di cui si diceva, Il resto ce lo mettono un tratto di ex autostrada, la variante Porrettana, velocissima per i ciclisti e il tracciato per la corsa nelle zone, protette, dove un tempo c’erano le cave della Sababa.
"Magari un giorno faremo concorrenza alle Hawaii – se la ride Alberto –. Intanto andiamo avanti con questa formula. Pensando, comunque, di estendere il chilometraggio, come accade per l’Ironman". In proposito ci sono due scuole di pensiero: o fare le misure dell’Ironman e quelle olimpiche nello stesso giorno, oppure ritagliarsi due momenti diversi, facendo di Borgonuovo una piccola capitale italiana del triathlon. Ma qual è la spinta per affrontare questa fatica oltre alla gloria del momento? Non di solo pane vive l’uomo (e la donna). Ma anche di pasta, soprattutto dalle nostre parti. Il Triathlon Marconi ha previsto un terzo tempo. "Arriverà uno chef che garantirà pasta cucinata sul momento". Due tipi diversi di pasta. Quali saranno, per ora, è l’unico mistero del Triathlon Marconi, una corsa che piace e che, anno dopo anno, riesce a rinnovarsi.