Trigone punge ragazzo, il chirurgo vertebrale. "Dovrà lottare per un anno"

Il medico Federico De Iure: "Solo dopo una lunghissima riabilitazione capiremo se il 12enne tornerà a camminare". Il ringraziamento della famiglia

Una foto del profilo Twitter dell'Aeronautica Militare mostra l'arrivo del ragazzino

Una foto del profilo Twitter dell'Aeronautica Militare mostra l'arrivo del ragazzino

Bologna, 19 novembre 2019 - "Non mi sento più le gambe». Sono state le prime parole del dodicenne dopo essere stato colpito dall’aculeo che si trova nella coda di un trigone – pesce simile alla razza – mentre giocava in mare con il fratello in Costa Rica. Da quel giorno, il 20 ottobre, il ragazzino ligure è già migliorato e dopo un volo umanitario di 15 ore (video), con tappa in Canada, dall’altra notte è ricoverato al Maggiore di Bologna (video). «È in buone condizioni, porta il collare e sta avendo un iniziale recupero motorio – spiega Federico De Iure, responsabile della Chirurgia vertebrale dell’ospedale –. Il paziente muove le braccia e accenna alcuni movimenti in uno dei due arti inferiori. Faremo tra sei mesi il primo bilancio della lesione e tra dodici capiremo quale è stato il recupero neurologico. Al momento non è in programma alcun intervento chirurgico, non c’è compressione del midollo, o terapia farmacologica e presto il ragazzo sarà trasferito a Montecatone – l’istituto di riabilitazione intensiva nell’Imolese –. La medicina sta facendo grandi passi avanti e il ragazzino è assai volenteroso e ha voglia di lottare. Questo è positivo, perché il 50% del lavoro lo deve fare il paziente».

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Il chirurgo ha ricostruito anche la dinamica dell’incidente: «È stato colpito al collo dall’aculeo di un trigone, possiamo paragonarlo a un ferro da calza, che ha trapassato la sesta vertebra cervicale per poi riuscire, provocando una lesione». Per Carlo Coniglio, responsabile della Rianimazione, «una lesione così, da trigone, è più unica che rara».

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L’aculeo era anche ricoperto di una sostanza velenosa, ma è stato provvidenziale l’intervento del padre. «Subito dopo la puntura, quando il fratello lo ha riportato sulla spiaggia, il papà gli ha dato subito due pastiglie di cortisone che aveva con sé – precisa Paolo Colombo, l’amico di famiglia arrivato a Bologna da Genova con la nonna, gli zii e altri familiari del dodicenne – e poi il ragazzo è stato trasportato all’ospedale di San José. Lì c’è stata una grande collaborazione, mentre più complessa è stata l’organizzazione del viaggio di ritorno. Per me è stata una sfida. Abbiamo interessato parlamentari e politici liguri, anche il cardinale Angelo Bagnasco, fino al premier Giuseppe Conte, che si è interessato molto al caso. E per questo la famiglia lo ringrazia».

È stato un Falcon del 31° Stormo di Ciampino dell’Aeronautica Militare a riportare in Italia il ferito, il fratello maggiore e i genitori. A bordo anche Liliana Copertino, medico della Rianimazione, partita da Bologna per assistere il ragazzino. È stata la famiglia del dodicenne, che riede a Genova, ma va spesso in Costa Rica, a contattare l’ospedale bolognese, uno dei centri italiani dove si opera il maggior numero di traumi spinali: circa 200-250 fratture vertebrali all’anno, e di queste 30-35 associate a lesioni neurologiche.  

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