Truffa a Bologna, intascò 2 milioni: amministratrice condannata

Due anni alla collaboratrice di uno studio di commercialisti, per appropriazione indebita e truffa; svuotò i conti a una ottantenne

La vittima scoprì nel 2017 di avere tutti i conti in rosso

La vittima scoprì nel 2017 di avere tutti i conti in rosso

Bologna, 23 settembre 2022 - Aveva affidato tutti i suoi beni, mobili e immobili, alla gestione di una signora poco più giovane di lei, che era riuscita a carpirne la fiducia; e questa si era approfittata della sua condizione di ricca vedova e senza figli per svuotarle i conti in banca, appropriandosi indebitamente di più di un milione di euro.

Per questo motivo è stata condannata a due anni (pena sospesa), la dipendente di uno studio di commercialista del centro, la oggi settantatreenne C. T.; tra le tre parti civili costituite al processo, una di queste è l’ottantenne che si è ritrovata tutti i conti in banca in rosso, nel 2017, dopo cinque anni di ’gestione’ della amministratrice incaricata.

Siccome l’imputata ha però patteggiato la condanna (per appropriazione indebita e truffa, oltre al reato tributario di avere emesso fatture fasulle al fine di evadere il fisco per circa 225mila euro), di concerto col pm Michele Martorelli e di fronte al giudice Gianluca Petragnani Gelosi, le parti civili non vedranno un soldo, almeno in sede penale. I fatti contestati spaziano dal 2009 al 2017; un capo d’imputazione, per truffe avvenute tra il 2009 e il 2014 ai danni di un ristoratore, sono peraltro andati prescritti. Nel 2012 l’imputata era stata incaricata dalla ottantenne, con tanto di atto notarile di procura generale, di gestire tutti i suoi beni, compreso il locale che ospita un noto ristorante del centro storico. Ma l’amministratrice, tramite giroconti in favore di sé stessa o di suoi parenti, ma anche assegni e prelievi, in quei cinque anni era riuscita a svuotare i conti dell’anziana e impossessarsi di circa un milione e trecentomila euro. Finché la cliente, appunto nel 2017, aveva scoperto di essere completamente in rosso.

Così la vittima, rappresentata dall’avvocato Bacillieri, aveva sporto querela e chiesto in aula un milione di euro come risarcimento. Le altre vittime che si erano costituite sono un business manager e il titolare di un ristorante della città, che all’imputata avevano affidato assegni in bianco per un totale di oltre 500mila euro per imposte che i contribuenti avrebbero dovuto all’erario, ma di cui solo una minima parte era poi risultata effettivamente versata, mentre tutto il resto era stato indebitamente trattenuto dalla donna, stando alle accuse.

"Siamo soddisfatti della condanna, ci aspettavamo una sentenza in questo senso e difatti è arrivata. Ora procederemo per il recupero di tutti i soldi, fino all’ultimo centesimo, che sono stati indebitamente sottratti alla mia cliente", attacca l’avvocato Bacillieri.

 

 

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