
di Nicoletta Tempera
Ci sono voluti tre poliziotti al pronto soccorso, inseguimenti e speronamenti e due macchine distrutte, ma alla fine due truffatori di anziani sono finiti in manette. Venerdì è stata una mattinata movimentata in zona Mazzini, dove i poliziotti della Squadra mobile sono riusciti ad arrestare in flagranza due giovanissimi napoletani, per truffa aggravata, resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e danneggiamento. I due avevano appena raggirato e derubato un settantacinquenne, portandogli via 3.400 euro in contanti e circa 7mila euro di gioielli.
I poliziotti erano impegnati in un servizio di monitoraggio in borghese teso al contrasto di rapine e reati predatori, quando hanno notato un’auto sospetta, presa a noleggio in un’altra città, aggirarsi in zona Mazzini. Hanno deciso di seguirne i movimenti, arrivando fin sotto il palazzo dove uno dei due a bordo è sceso, per entrare nell’androne del condominio e uscirne, pochi attimi dopo, con un sacchetto in mano. A quel punto gli agenti si sono avvicinati per controllare il ventenne e lui, intuito di aver di fronte dei poliziotti, è subito scappato via, buttando a terra uno degli operatori della Squadra mobile pur di guadagnarsi la fuga. Fuga che è proseguita in maniera carambolesca, tra il traffico delle auto, fino a via dell’Industria. Dove, finalmente, un poliziotto ha bloccato il truffatore, benché questo continuasse a fare di tutto per fuggire, colpendo l’agente con calci e pugni. Il ragazzo, una volta identificato, è risultato carico di precedenti, molti dei quali collezionati già da minorenne. Intanto, i colleghi erano alle prese con il ‘compare’ del fermato, che era rimasto in auto. Anche lui, quando ha notato avvicinarsi i poliziotti, ha ingranato la marcia e puntato contro gli agenti, cercando di investirli. Uno, per evitare l’impatto, si è buttato di lato, provocandosi, nella caduta, un trauma alla spalla per 20 giorni di progosi. Malgrado le manovre spericolate del fuggitivo, i poliziotti si sono messi all’inseguimento. Il ragazzo, tra l’altro senza patente perché mai conseguita, ha speronato la macchina della polizia prima di finire impantanato in un terrapieno. Anche lì, nelle manovre per liberarsi, ha danneggiato una macchina in sosta e, di nuovo, provato a investire i poliziotti. Alla fine, anche per lui sono scattate le manette. E ieri, in direttissima, per entrambi sono stati disposti i domiciliari.
Quindi i poliziotti sono andati a casa del pensionato, per capire cos’era accaduto poco prima. E l’uomo ha raccontato loro di aver consegnato ai malviventi soldi e gioielli pensando che sarebbero poi stati recapitati a suo nipote. Questo, perché aveva ricevuto tre telefonate: la prima di un giovane che, presentandosi come il nipote, gli chiedeva del denaro per poter ritirare un fantomatico pacco fermo in un altrettanto fantomatico ufficio postale; la seconda del sedicente direttore del suddetto ufficio, che addirittura si era scomodato a chiamare per far sapere alla vittima che il ragazzo era disperato, non aveva che lui, perché proprio quella mattina anche il padre era stato ricoverato; infine, un’ultima telefonata del nipote, che diceva che la madre era trattenuta in una caserma dei carabinieri, finché il costo del pacco non fosse stato saldato. Scuse assolutamente inverosimili, ma che hanno fatto breccia nell’animo preoccupato del pensionato. Fortunatamente, la polizia ha recuperato soldi e gioielli, prima che fosse troppo tardi, restituendoli al malcapitato.