Tumore ovarico, arriva un’arma in più

L'ha utilizzata al Sant'Orsola l’équipe del professor Pierandrea De Iaco: "Attraverso una laparoscopia, i farmaci chemioterapici vengono introdotti sotto forma di aerosol nell’addome"

Pierandrea De Iaco

Pierandrea De Iaco

Bologna, 2 luglio 2019 - Un'arma in più contro il tumore ovarico. L’ha utilizzata al Sant’Orsola l’équipe del professor Pierandrea De Iaco, direttore dell’Oncologia ginecologica e centro di riferimento regionale per i tumori ovarici. «Attraverso una laparoscopia, i farmaci chemioterapici vengono introdotti sotto forma di aerosol nell’addome della paziente. La nebulizzazione e la pressurizzazione utilizzate con questa metodica – spiega De Iaco – rendono la terapia più efficace, mentre gli effetti collaterali sono ridotti poiché le concentrazioni di chemioterapico sono un decimo rispetto a quelle standard e la ridotta invasività rende l’intervento ripetibile".

La nuova metodica, che si chiama Pipac, acronimo per Pressurized intraperitoneal aerosol chemotherapy, prosegue il professore, «finora nell’ambito dell’oncologia ginecologica veniva effettuata nel nostro paese solo al Policlinico Gemelli di Roma e ora anche nel nostro centro».

Lo specialista, che per il primo intervento è stato affiancato da Giuseppe Vizzielli del Gemelli, aggiunge che «la laparoscopia permette un’accurata esplorazione della cavità addominale e la contestuale esecuzione di biopsie per lo studio istologico e la valutazione alla risposta a precedenti trattamenti Pipac, visto che la procedura può essere ripetuta anche dopo un breve intervallo e può essere successivamente associata con le chemioterapie standard».

 

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