PAOLO ROSATO
Cronaca

Turismo, il dibattito. La ricetta di Nomisma: "Infrastrutture e alloggi. Serve un’accelerata"

L’ad Dondi: "Bologna è ora una città di serie A e non sacrifichi la sua identità. Tram e Passante necessari, ma speriamo bastino perché si è perso tempo".

Turismo, il dibattito. La ricetta di Nomisma: "Infrastrutture e alloggi. Serve un’accelerata"

L’ad Dondi: "Bologna è ora una città di serie A e non sacrifichi la sua identità. Tram e Passante necessari, ma speriamo bastino perché si è perso tempo".

"Non possiamo correre il rischio di trasformare un successo in un insuccesso". Luca Dondi dell’Orologio, amministratore delegato di Nomisma, ha ben chiari i correttivi a quello che lui definisce "uno sviluppo da serie A, quando prima eravamo in serie B". È Bologna che corre e che deve gestire numeri del turismo mai visti prima. Ma chi ha ragione, l’articolo del New York Times che dice che la città ‘turistificata’ ha perso la sua identità, o il sindaco Matteo Lepore che ha puntualizzato che le Due Torri sono soprattutto tanto altro? "L’articolo forse non è rispettoso della complessità ed è un po’ scandalistico – sottolinea Dondi –. Se fossi Lepore, però, non mi rifugerei in una difesa d’ufficio. Bisogna riconoscere che problemi strutturali ci sono. Bologna si sta muovendo per rimuoverli, ma può farlo di più e meglio. Siamo stati troppo lenti rispetto all’intensità di determinati fenomeni. E le soluzioni non possono essere facili".

Quindi anche per lei la pressione del turismo sul centro è diventata insostenibile?

"Va riconosciuto il successo di aver portato così tanti turisti negli ultimi 10 anni. Ma è sbagliato polemizzare sui numeri, non ha senso così. Il problema, piuttosto, è non aver accompagnato quel successo con un’azione infrastrutturale adeguata".

In particolare?

"L’aeroporto, lo abbiamo detto in tutte le sale, non è adeguato rispetto alle esigenze di Bologna. Difficile pensare però oggi a un upgrade del Marconi che in qualche modo consenta di non sovraccaricarlo più. Bisogna ragionare piuttosto sulla scala regionale delle rotte, è l’unica strada per alleggerire il Marconi. Questo è il primo punto".

Il secondo?

"Bisogna accelerare sulle altre infastrutture in ballo e sul potenziamento della mobilità leggera. Poi Passante, che serve, e soprattutto tram. Speriamo basti, perché ci si è mossi tardi".

E sugli alloggi?

"Mancano le strutture alberghiere, e una parte dell’offerta abitativa si è spostata sugli affitti brevi, un’altra viene tenuta fuori dal mercato, a disposizione, dai proprietari e multiproprietari privati. Serve un patto con quest’ultimi per immettere immobili sul mercato. Gli studenti soffrono sul tema dell’offerta abitativa e serve un’accelerata anche qui, va aumentata la rigenerazione urbana, sappiamo che il Comune è al lavoro. Ma dobbiamo farlo in fretta perché rischiamo di sacrificare sull’altare del turismo una parte della nostra identità. Le giunte passate, in cui c’era anche Lepore, sono state brave a portare turismo, si sono spese tanto, ripeto è stato un successo. Ma è mancato l’accompagnamento del fenomeno, è come se non ci avessimo creduto fino in fondo".

Altre grandi città italiane soffrono anche di più il cosiddetto ‘overtourism’. Perché sotto le Torri fa più rumore?

"Perché Bologna è cresciuta tanto in poco tempo, ed è un fenomeno più recente rispetto ad altrove. In più, la pressione degli studenti fuorisede rapportata all’estensione della città è più forte che altrove. Lo snaturamento a Bologna c’è, ci si fa più caso perché a Firenze e a Roma ormai è la prassi da tanto".

Il turismo a Bologna ha creato tutto un indotto da salvaguardare, dov’è l’equilibrio?

"L’indotto è importante, ma bisogna anche essere ambiziosi, perché stare fermi porta a soluzioni di serie B. Sicuramente si può passare anche da una migliore distribuzione in città dei punti di attrazione per i turisti, anche senza andare troppo lontano dal centro storico".